A New York ho incontrato controlli ovunque, nella città e non solo nei pressi di Time Square. Almeno 5 elicotteri in pattuglia aerea, Swat nei pressi della piazza e tantissimi agenti in giro per le ‘streets’. La quinta strada e la settima stracolme di gente, Broadway illuminata dai flash delle foto, file lunghissime caratterizzate però dall’ordine. Cioè, non era la solita fila dove ci si spinge, si urla e si calpesta quello davanti. No, era una fila di almeno 3 chilometri che partiva da Central Park ordinata e rispettosa. Questo potrebbe sembrare inusuale, ma nonostante mi trovassi in una delle città più grandi e popolose degli Usa mi sentivo al sicuro, anche più che a Roma. Per intenderci, New York non è una città che abbassa la guardia, sarà stato l’11 settembre del 2001, sarà che è popolata da mille etnie, fatto sta che nella Grande Mela ti senti al sicuro.
È la loro abitudine alla vita quotidiana che colpisce.
E non solo a Capodanno. In metropolitana trovi spot che ti ricordano l’importanza di essere new yorkesi e di aiutarsi vicendevolmente. “If you see something, say something” (Se vedi qualcosa, segnalala) scrivono. E sembrerebbe funzionare davvero. Ogni 10 minuti durante la corsa in metro si sente un avviso della polizia che ricorda come comportarsi, a cosa stare attenti e cosa fare in caso di pericolo. Forse è importante la loro consapevolezza di essere cittadini di una città grande o forse sono solo più intelligenti di altri, fatto sta che a New York se chiedi aiuto, ti aiutano. Ciò nonostante non mancano gli ‘homeless’, di quelli ce ne sono e tanti. Molti dormono nelle carrozze dei treni, molti in strada, e le temperature rigide non sono favorevoli, anzi possono ucciderti se vivi fuori senza coperte. A tale proposito credo possa servire il racconto di un aneddoto: ero sotto la pioggia, a New York credetemi piove tanto, cercavo un accendino, ero zuppa di acqua, mi giro e c’era una homeless intenta a cercare in un sacchetto qualcosa, quando poi si gira e mi dice “do you want a lighter?”. Ho accettato e ho parlato con lei. Ciò che mi ha colpito è che nonostante non avesse niente, mi ha voluto regalare il suo accendino dicendomi che dovevo aver un bel ricordo di New York e di portare testimonianze vere a Roma sulla città più bella d’America. La vera forza di New York sono i ‘New Yorkers’, non importa se ricchi o poveri.
Il punto è che ti senti al sicuro ma non sai mai se lo sei davvero. Normale, visto la grandezza e il significato politico della città in questione. Se da una parte rincuora vedere intorno agenti con i cani all’ingresso dei musei, dall’altra ti rendi conto di quanto possa essere facile trovarsi coinvolti in un attentato.