Cristopher Hein, portavoce del Consiglio italiano per i rifugiati e docente di Scienze Politiche presso l’università Luiss, cosa pensa del Brexit?
“È stato un voto contro l’immigrazione. Dopo 40 anni nell’Unione Europea, la Gran Bretagna ha usato l’immigrazione come tema di propaganda”.
Secondo lei cosa cambierà nella Convenzione dei diritti umani europea dopo l’uscita della Gran Bretagna?
“Rispetto della Convenzione europea sui diritti umani fondamentali e anche alla giurisprudenza della Corte di Strasburgo, per la Gran Bretagna non cambierà assolutamente nulla. È vero che loro sono usciti dall’Unione Europea, ma non dal consiglio dell’Europa e la Corte di Strasburgo dipende dalla Corte d’Europa. Quindi, culturalmente parlando, è vero che durante la campagna elettorale c’erano voci contro i diritti umani, come decretati dalle convenzioni internazionali europee, però legalmente parlando non avrà alcun effetto. Tra l’altro la Gran Bretagna resta comunque un membro della Commissione Europea e continuerà ad applicare il common law”.
Cosa succederà ai migranti che non hanno il permesso di soggiorno?
“Penso che la loro vita sarà molto più difficile adesso. Sarà molto più difficile sia entrare in Gran Bretagna sia fare una richiesta d’asilo. Non tanto dal punto di vista giuridico che non ha limitato la situazione, visto che ora comincia il bienno di negoziato tra Londra e Bruxelles, ma culturalmente l’atteggiamento della gente cambierà in negativo. Già nel primo trimestre del 2016, secondo i dati Eurosat, le richieste d’asilo sono calate del 10% e la Gran Bretagna sarebbe al quinto posto dopo Germania, Italia, Francia e Austria. Una diminuzione che passa da 287.085 contro le 426mila del 2015″.
E gli effetti sul mercato del lavoro?
“Sicuramente è un messaggio di ostilità e un messaggio culturale negativo per l’accesso al mercato del lavoro in questo Regno non più tanto unito. I cittadini comunitari che vogliono lavorare in Gran Bretagna, che adesso possono entrare e lavorare senza alcuna restrizione, ora avranno delle restrizioni e dovranno dimostrare precedentemente di avere un contratto di lavoro”.
Sarà simile alla green card in America?
“Esattamente, sarà molto vicina alla situazione degli Stati Uniti”.