Dopo la Brexit la questione migranti resta da negoziare. Dal 1 gennaio il regolamento di Dublino non è più valido per il Regno Unito e anche i ricongiungimenti familiari saranno fortemente limitati. L’accordo per l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, infatti, non ha incluso il tema dei flussi migratori. Ancora oggi, a Calais migliaia di persone spingono per entrare nel Regno Unito e la questione è un problema per la Francia e per tutti i paesi europei. Parigi si interroga sul tema e dalle pagine di Le Monde, proprio un reportage da Calais mostra come il confine tra Francia e Inghilterra è ancora battuto da coloro che tentano di oltrepassare la Manica con ogni mezzo. Dopo lo smantellamento nel 2016 del campo profughi che ospitava oltre 10mila persone, la situazione non è cambiata. Con la Brexit alle porte, secondo quanto riportato dal reportage del quotidiano francese, i controlli della polizia sono aumentati e a fine dicembre e la prefettura della città ha segnalato 2889 tentativi di passaggio della Manica in camion, contro i 1400 dello stesso periodo nel 2019.
Nell’accordo siglato tra Regno Unito e Unione europea 1l 24 dicembre scorso per stabilire le relazioni commerciali tra le parti, i temi riguardanti le politiche sull’asilo e l’immigrazione non sono stati affrontati. Secondo Le Monde, questi argomenti non avrebbero fatto parte del mandato per la negoziazione della Brexit affidato a Michel Barnier per definire le future relazioni tra Londra e Bruxelles.
Brexit: i migranti restano a Calais
Risultato? Calais continuerà ad essere una giungla di accampamenti con migranti in attesa di arrivare nel Regno Unito usando camion, passeur, auto, traghetti, treni e ogni mezzo possibile. Nel frattempo la possibilità dei ricongiungimenti familiari, ad esempio, diventa sempre più difficile e i respingimenti aumenteranno.
Problema che riguarda anche l’Italia, visto che la richiesta di asilo deve essere presentata nel paese di primo arrivo in Europa. La Francia dimostra di pensare a quello che accadrà, mentre la Gran Bretagna, attraverso il ministro dell’Interno, ha fatto sapere che non vede l’ora di riprendere il controllo delle frontiere. Nell’ultima settimana, infatti, Londra ha moltiplicato gli accertamenti doganali aumentando i respingimenti verso la Francia e gli altri Paesi europei basandosi appunto sul regolamento di Dublino.
E dunque, mentre tutta l’Europa è alle prese con il covid e le polemiche sulle vaccinazioni, in alcuni Paesi i media trovano anche il tempo per occuparsi di altri temi che non siano quelli legati al virus. Si tratta di questioni rilevanti che esistevano prima del coronavirus e continueranno a esistere anche in seguito. Come, appunto, la questione del flusso di migranti che arrivano dalla Libia e dai Balcani. Un tema che ancora non ha visto soluzione e che l’Europa ha dimostrato di non saper gestire. E durante la pandemia, il flusso non si è arrestato. Al contrario, in alcuni casi si è rivelato un problema per la diffusione e gestione del virus.