Breve storia degli ebeti occidentali al soldo di Teheran. È l’Iran che sta fomentando gli animi degli islamisti e dei vari sinistrati occidentali armandoli, coordinando le proteste e fornendo appoggio logistico e personale sul campo. Al di là del credo sciita o sunnita, ovviamente portati all’estremo, Teheran tiene le redini dei contestatori dirottando le loro attenzioni contro Israele e i suoi interessi e le vaste comunità ebraiche disseminate in tutto il Globo.
Come già anticipato su queste pagine, documenti iraniani, altamente confidenziali, a firma del generale di brigata Majid Kazemi, capo dell’Organizzazione per la sicurezza dell’intelligence dell’IRGC, trapelati tramite canali confidenziali, rivelano il ruolo fondamentale ricoperto dalle Guardie della rivoluzione (IRGC) nel dirigere una campagna internazionale volta a sconvolgere i Governi, l’economia e, più in generale, la stabilità dei Paesi occidentali soprattutto quelli europei, in segno di protesta contro l’allineamento di questi ultimi con la politica “guerrafondaia” di Israele.
Kazemi era a capo delle operazioni dell’IRGC, della repressione della società civile in Iran, dell’arresto di dissidenti iraniani, compresi quelli con doppia nazionalità, e della supervisione della brutale repressione del regime contro le proteste in tutto il paese in risposta all’uccisione di Mahsa Amini nel 2022. La lettera di Kazemi, datata 11 marzo 2024 e intitolata “Sostegno e incoraggiamento alle azioni palestinesi verso l’isolamento politico del regime sionista”, è indirizzata al colonnello Mohammad Sajedifar, responsabile delle operazioni culturali e psicologiche della forza di terra dell’IRGC , e precisa: “Dati i recenti sviluppi nella questione della Palestina e l’impatto psicologico dell’operazione Al-Aqsa Storm sulle comunità palestinesi nei paesi europei e americani, è stato deciso di attuare significative misure di sostegno per il 15 aprile (tenutasi a Teheran, ndr) e altre manifestazioni con l’obiettivo di ottenere risultati politici di isolamento dello Stato di Israele”. A corredo della missiva, il dissidente Beheshti ha condiviso un video promozionale relativo alle manifestazioni del 5 aprile, a cui Kazemi fa riferimento nella sua lettera aggiungendo: “Questo videoclip è l’annuncio di un movimento collettivo volto a sconvolgere l’ordine pubblico in Europa, Stati Uniti, Australia e Asia con il pretesto di sostenere i palestinesi. Si tratta di un movimento politico inteso a provocare quanto più caos e instabilità possibile, che sono gli obiettivi esatti della Repubblica islamica dell’Iran. Il regime della Repubblica Islamica ha affermato in più occasioni chiaramente che il suo obiettivo è distruggere la società moderna e costruire uno Stato islamico globale”. Chiaro riferimento al progetto di un”califfato mondiale” caro sia all’Isis che ad Al Qaeda. Il video invita il pubblico a “bloccare gli hub logistici per fermare il flusso di capitali in tutto il mondo”,”un blocco economico globale, rispondendo all’appello di Gaza a lottare per una Palestina liberata”. Beheshti afferma, inoltre, che le manifestazioni nei paesi occidentali sono organizzate “direttamente in linea con la missione della Repubblica islamica” e ordinate dall’IRGC. Inoltre, in un’intervista con l’Iran International, ha sottolineato che l’IRGC utilizza tattiche di lavaggio del cervello rivolto ai giovani nei paesi occidentali per causare il caos e tali manifestazioni sono un esempio di queste tattiche.
A meno di un mese dall’attacco del 7 ottobre scorso contro Israele da parte di Hamas, l’Ayatollah iraniano Ali Khamenei ha chiesto il blocco delle esportazioni di petrolio e cibo verso Israele e ha esortato gli stati musulmani a “non cooperare economicamente con il regime sionista”. A seguito all’appello di Khamenei, gli Houthi dello Yemen, braccio armato sciita nella Penisola arabica, dietro ordini dell’IRGC, hanno iniziato a prendere di mira le navi commerciali in transito nel Mar Rosso con droni e missili. Gli attacchi hanno danneggiato il trasporto marittimo internazionale e hanno costretto Stati Uniti e Regno Unito a lanciare attacchi aerei sulle basi degli Houthi.
In Europa, il grande centro islamico di Amburgo viene utilizzato come base logistica e centro di comando per lo spionaggio iraniano nel Continente. Inoltre, l’intelligence tedesca ritiene che proprio il centro islamico di Amburgo coordini le campagne propagandistiche sotto il diretto controllo della leadership di Teheran, per questo viene considerato alla stregua di longa manus iraniana in Germania. Questo sino a quando al potere vi era Angela Merkel, quando era palese che il centro islamico di Amburgo si dedicasse all'”esportazione della rivoluzione islamica” in Occidente. Quasi mezzo secolo dopo la rivoluzione islamica in Iran, il centro islamico ha avuto il tempo di allargare i suoi tentacoli non solo in Germania, ma in tutto il Continente europeo. ramificazioni in tutta la Germania. A parere del ministero degli Interni tedesco, il centro sciita di Amburgo è sospettato di avere legami con l’organizzazione terroristica libanese Hezbollah, un alleato strategico del regime di Teheran in Medio Oriente, e con altre organizzazioni terroristiche. Nello specifico, secondo l’Ufficio per la tutela della Costituzione di Amburgo, ci sono prove che il “centro islamico” avrebbe sostenuto associazioni dedite alla “raccolta di fondi per i parenti dei terroristi Hezbollah morti in combattimento”.
Dopo l’ovvia e lecita reazione militare da parte di Israele contro l’Iran, c’è chi ad Amburgo ora chiede apertamente la chiusura del Centro islamico di Amburgo. L’attacco senza precedenti di Teheran contro Israele, infatti, ha palesemente dimostrato ancora una volta la natura criminale del regime islamico radicale di Teheran.
E a preoccupare Governi e popolazione dei Paesi occidentali concorre l’adesione di propri cittadini alle manifestazioni antisioniste che a tutt’oggi si svolgono in ogni Paese, giovani abbastanza “ebeti” da non considerarsi burattini utili alla causa dell’infiltrazione dell’islamismo radicale in Occidente, con i rischi ad esso connessi.