Boris Johnson spedisce in Ruanda i migranti illegali. I richiedenti asilo che sbarcano illegalmente sulle coste della Gran Bretagna, dal canale della Manica, saranno rimandati in Ruanda per attendere l’approvazione del loro visto. E per farlo, Boris Johnson ha annunciato che le operazioni sulla Manica saranno addirittura affidate alla Royal Navy, che prenderà il posto della Border force, per fermare le imbarcazioni che si dirigono sulle coste britanniche.
Johnson: “Accordo reso possibile dalle libertà concesse dalla Brexit”
Dowing Street ha deciso dunque di usare il pugno duro contro l’immigrazione illegale e per questo, chi arriva illegalmente potrà essere incriminato e per i trafficanti di esseri umani la pena potrà arrivare fino all’ergastolo. “Chiunque sia arrivato nel Regno Uniti dal primo gennaio ora potrà essere trasferito in Ruanda”, ha detto Johnson. Nonostante le accuse che arrivano dalle organizzazioni umanitarie e che hanno definito il piano come “crudele”, per il premier britannico si tratta invece di “un approccio innovativo, spinto dal nostro impulso umanitario e reso possibile dalle libertà concesse dalla Brexit, che fornirà vie legali e sicure per l’asilo”. Ma non solo. Londra ha anche fatto sapere di essere pronta ad affrontare anche i ricorsi contro l’accordo. Insomma, una vera e propria stretta draconiana sull’immigrazione illegale che arriva perché, secondo il Ministro Priti Patel, “i cittadini britannici chiedono a gran voce un cambiamento da anni, anzi da decenni”. “Non possiamo più accettare lo status quo – ha detto ancora – Le persone stanno morendo e la crisi migratoria globale ci impone di trovare nuovi modi per lavorare in partnership”. Questo accordo, “infliggerà un duro colpo ai trafficanti di esseri umani”.
Onu e Ue contro la decisione di trasferire in Ruanda i migranti illegali
La decisone del governo guidato da Boris Johnson ha ovviamente innescato polemiche e proteste, sia all’interno della Gran Bretagna da parte dell’opposizione e delle Ong, sia esterna. E qualcuno parla addirittura di “deportazione”. Se per Ruanda e Gran Bretagna l’accordo potrebbe aprire una nuova fase di gestione dell’immigrazione illegale che dall’Africa arriva in Europa (l’anno scorso solo attraverso la Manica quasi 30 mila persone sono arrivate illegalmente sulle coste britanniche), non sono mancate le voci contrarie al progetto. L’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ha espresso “forte opposizione e preoccupazione” per i piani del Regno Unito di “esportare i suoi obblighi riguardanti l’asilo”, invitando Londra ad “astenersi” dal trasferire rifugiati e richiedenti asilo in Ruanda. L’Unione Europea, per bocca del commissario agli Affari interni, Ylva Johansson, ha fatto sapere che “l’invio di richiedenti asilo a più di 6.000 km di distanza e l’esternalizzazione dei processi di asilo non sono una politica di migrazione umana e dignitosa. Sono stata informata della nuova strategia di migrazione del governo del Regno Unito, che credo sollevi interrogativi fondamentali sull’asilo e la protezione”.
Johnson: “Pronti ad affrontare ricorsi e avvocati politicamente motivati”
Sul fronte interno, secondo il leader dei laburisti, Keir Starmer, l’accordo è inattuabile e sarebbe solo un modo per distrarre l’opinione pubblica dalla questione delle feste a Downing Street durante le restrizioni covid. Mentre 160 associazioni hanno definito il piano “vergognosamente crudele” e chiesto al governo di fare un passo indietro. Ma Johnson non sembra affatto intimorito e si è detto pronto ad affrontare “un esercito di avvocati politicamente motivati” nei tribunali per difendere l’accordo.
L’accordo UK-Ruanda per il trasferimento dei migranti illegali
L’accordo è stato siglato a Kigali dal ministro degli Interni britannico, Priti Patel, e il ministro degli Esteri ruandese, Vincent Birut, e vale 120 milioni di sterline (circa 145 milioni di euro). Prevede il trasferimento di richiedenti asilo africani, prevalentemente uomini adulti senza mogli e figli al seguito, dal Regno Unito al Paese africano. Sarà compito di Londra organizzare il trasporto dei richiedenti asilo che, una volta in Ruanda, dovranno attendere l’approvazione della richiesta di asilo da parte del Regno Unito. Nel frattempo, secondo il memorandum d’intesa siglato tra i due Paesi, ogni richiedente sarà sistemato in un alloggio da cui sarà libero di muoversi in ogni momento e un sostegno “adeguato a garantire la salute, la sicurezza e il benessere”.
Ruanda: “Approccio innovativo per affrontare la crisi migratoria globale”
Soddisfazione per l’accordo è stata espressa anche dal Ruanda, che ha parlato di “una nuova audace partnership con il Regno Unito che adotterà un approccio innovativo per affrontare la crisi migratoria globale”. Ma non solo. Secondo il governo di Kigali, “la partnership, attraverso il Fondo per la trasformazione e l’integrazione economica, investirà nello sviluppo economico del Ruanda, creando opportunità di sviluppo professionale e personale sia per i migranti che per i ruandesi e riequilibrando le disuguaglianze al centro della crisi migratoria globale. Inoltre, l’investimento iniziale di 120 milioni di sterline da parte del Regno Unito finanzierà opportunità per ruandesi e migranti, comprese qualifiche secondarie, formazione professionale e professionale, lezioni di lingua e istruzione superiore”.