a cura di Raja
Oltre 2000 attacchi con l’acido negli ultimi due anni. Terrore nel Regno Unito, soprattutto nella Capitale, dove tra il gennaio 2016 e maggio 2018 sono stati registrati ben 2006 episodi di violenza con aggressivi chimici. Il dipartimento di Newham, a est di Londra, ha registrato il maggior numero di attacchi con un totale di 273, mentre la percentuale di aggressioni con acido perpetrati al fine di commettere altri crimini come la violenza sessuale o il furto con scasso è salita al 63%.
Le gang giovanili hanno sostituito pistole e coltelli con l’acido
L’età media dei sospetti autori è compresa tra i 24-25 anni, pertanto le autorità sospettano che le dispute tra le numerose gang siano correlate tra loro. I criminologi, in particolare, ipotizzano che i membri delle bande abbiano cambiato il modus operandi delle loro azioni criminali sostituendo pistole e coltelli con l’acido, ritenendolo l’arma “favorita” considerato anche il difficile controllo delle forze dell’ordine rispetto alle armi “classiche”.
L’Acid Survivors Trust International (organizzazione internazionale no profit che si occupa delle violenze commesse con acido a livello globale, che contribuendo a fornire competenze mediche e formazione ai propri partner, raccoglie fondi per il sostenimento dei sopravvissuti agli attacchi), conferma che il Regno Unito ha uno dei più alti tassi di attacco nel mondo. Sottolineando la differenza rispetto agli altri paesi, dove l’80% delle vittime sono di sesso femminile, l’organizzazione rileva una spiccata maggioranza di attacchi ai danni di uomini nel Regno Unito, ricordando anche la facilità con cui una bottiglia di acido può essere reperita a basso costo in qualsiasi negozio di bricolage e può essere portata in giro senza destare sospetti. Secondo il dottor Simon Harding della Middlesex University, “l’acido era una volta un’arma di ultima istanza, ma ora potrebbe essere la prima. È usato dalle bande, se un affare va male o qualcuno deve dei soldi, possono ritenerle ragioni legittime per usarlo”. Inoltre, le numerose aggressioni perpetrate con aggressivi chimici, hanno condotto all’introduzione di una nuova legge che prevede il carcere per la detenzione di acido solforico in assenza di autorizzazioni.
Leggi più severe per la detenzione di acido solforico
I giovani che utilizzano l’acido allo scopo di commettere un crimine sono solitamente accusati di “Grievous Bodily Harm”, un reato penale connesso alle lesioni personali che prevede una pena detentiva variabile a seconda delle modalità e delle finalità dell’illecito, delle circostanze e di eventuali fattori aggravanti. Viene considerata in particolare la differenza tra danno doloso e colposo. Una condanna ai sensi dell’articolo 20 comporta una pena massima di cinque anni, mentre una condanna ai sensi dell’articolo 18 potrebbe comportare l’ergastolo.
A partire dal 1 novembre, chiunque venga trovato in possesso del composto chimico al di sopra di una concentrazione del 15% e senza una licenza, dovrà provvedere all’immediato smaltimento per non incorrere in una pena detentiva di due anni. Già dal 1 luglio, inoltre, prevista la richiesta di autorizzazione per l’acquisto del composto chimico ad una concentrazione superiore alla percentuale limite, dopo la comunicazione dei motivi dell’utilizzo, eventuali problemi di salute e precedenti penali da parte dei richiedenti. Il sottosegretario di stato per i reati, la salvaguardia e la vulnerabilità, Victoria Atkins, ha affermato che “i cambiamenti che abbiamo introdotto contribuiranno a garantire che l’acido solforico sia tenuto lontano da coloro che intendono danneggiare. Sono certa che tutti i rivenditori faranno rispettare le nuove restrizioni”.