Non sono e non sarò mai un “pacifista a prescindere”. Non farò mai parte di realtà del tipo “Nessuno tocchi Caino”, nè tantomeno, per casi accertati, mi batterò contro la pena capitale. Mi ritrovo, fondamentalmente fermo sulle tesi di Carl Von Clausewitz, secondo il quale “la guerra altro non è che la continuazione della politica con altri mezzi…”.
Al giorno d’oggi mi ritrovo, a 56 anni, a ribadire le mie posizioni che, ai miei ben pochi lettori, non suoneranno certo nuove. “La guerra è bella anche se fa male”, declamava una nota e incisiva canzone di Francesco de Gregori del 1978, su posizioni antitetiche alle mie, ma pur sempre rispettabili ed onorevoli.
Nella mattinata di ieri, seguendo le tristi notizie derivanti dalla crisi russo-ucraina, però, rilevo che le artiglierie “mirate” del novello zar Putin, hanno pressoché distrutto un ospedale pediatrico di Mariupol, nell’attacco più sanguinoso degli ultimi giorni nel sud dell’Ucraina, in palese violazione del cessate il fuoco in vigore per l’apertura di un corridoio umanitario. Numerose le vittime sotto le macerie, soprattutto, secondo quanto riferito da fonti ucraine, bambini e donne partorienti.
Il presidente ucraino, Zelensky, parla di crimini di guerra e la condanna giunge subito da più parti, tra cui Boris Johnson: “Un attacco ignobile, per il quale valutiamo sostegno all’Ucraina per difendersi da attacchi aerei”.
L’ospedale pediatrico di Mariupol, che ospita anche reparti di maternità, è stato centrato da una salva di artiglieria “mirata”, come si vede dalle immagini postate su Facebook dal capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, citato da Ukrinform. Zelensky, rivolgendosi in russo alla controparte, ha dichiarato: “Noi siamo persone, e voi? ” Il presidente dell’Ucraina ha definito il bombardamento dell’ospedale pediatrico un “crimine di guerra”. “Non abbiamo fatto né avremmo fatto mai niente di simile nelle città del Donetsk o del Lugansk, o di qualche altra regione… perché siamo persone. Ma voi lo siete?”.
No, Vladimir, io sono sempre stato un estimatore delle tue doti diplomatiche e politiche, ma hai superato ogni limite ed ho cambiato sponda. Non nel senso di amare l’altro Vladimir italico, che comunque rispetto profondamente più di te, ma ho perso ogni fondamento di fiducia in un cambiamento radicale delle Tue posizioni, rimaste quelle di 30 anni fa. Qui non si tratta di obiettivi militari strategici o di generici accasermamenti, ma di un ospedale pediatrico che ospitava anche partorienti. Era questo il tuo personale omaggio per la “Festa delle donne”? Peraltro da me ritenuta una ricorrenza futile, inutile ed anacronistica, ma pur sempre un degno riconoscimento per chi ci ha messo al mondo.
No, Zar, hai esagerato nel voler tracciare un segno nella storia e nella tua ormai disdicevole carriera. Avresti potuto primeggiare, al pari dei leader occidentali, come portatore di pace e di sentimenti di umanità. Invece, ti ritrovi a concorrere con lo psicopatico “Ciccione nordcoreano” e le conseguenze, spero, si faranno sentire. In fondo è molto meglio “Sleepy Joe”…