Il bilancio europeo del 2017 vedrà una somma stanziata maggiore, ma i soldi effettivamente erogati saranno ancora meno dello scorso anno. A fronte dei 157 miliardi sotto la voce “impegni”, la cifra che l’Unione si impegna appunto a investire, ci saranno quasi 135 miliardi realmente versati sui conti dell’Europa dei 27, numero in calo rispetto al 2016. I fondi effettivi saranno infatti 9 miliardi in meno rispetto al bilancio relativo a quest’anno.
Priorità dell’Europa, anche quest’anno, restano i temi della sicurezza e della crescita economica. Restano alti gli stanziamenti per le politiche di espansione economica destinate ai giovani e all’occupazione. Mentre per l’agricoltura verranno investiti più di 40 miliardi di euro.
Si sposta invece sempre più fuori dalle frontiere europee l’investimento per il controllo della questione migranti. Praticamente la metà degli oltre 5 miliardi di euro spesi per il governo del fenomeno migratorio andrà all’estero. La ripartizione dei fondi vedrà 2,2 miliardi, dei 5 previsti, spesi fuori dai confini dell’Eurozona. Nello specifico 750 milioni di euro andranno alla Turchia per esaurire la prima tranche del contributo previsto da 1 miliardo. Il primo dei 6 totali pattuiti con Erdogan per la funzione di filtro che Ankara effettua sui flussi provenienti da Siria e Afghanistan.
Altri 525 milioni verranno stanziati per Libano e Giordania dopo l’impegno sottoscritto nella conferenza delle Nazioni Unite a Londra, in cui ci si impegna ad aiutare in prima linea chi fugge dal conflitto in Siria. Proprio per Damasco invece è stato aperto un fondo fiduciario che nel 2017 verrà rimpolpato con 160 milioni di euro investiti dai 27 stati membri dell’Unione. Una ultima voce di spesa vedrà utilizzati 200 milioni per una generale assistenza macro-finanziaria ai paesi extra Ue.
L’impiego di risorse all’interno dell’Unione sarà invece di 3 miliardi di euro. Soldi, questi, che verranno impiegati per dar vita ad almeno due progetti ambiziosi e di difficile realizzazione: la revisione del trattato di Dublino e la creazione di un’agenzia per i rifugiati di marca Ue. Oltre a questi traguardi, i 3 miliardi verranno investiti entro i confini europei per la creazione di una Guardia Costiera unica e un nuovo sistema che regoli il meccanismo di entrata e uscita in risposta ai flussi migratori.
Sale ancora l’aiuto all’Europol, l’organismo sovranazionale delle forze dell’ordine continentali. La somma che sarà destinata alle attività per la tutela della sicurezza dei 27 sarà in totale più di 200 milioni di euro. In particolare 111,7 saranno devoluti all’attività di polizia; quasi 62, più altri 16 di supplemento, saranno spesi per rafforzare la sicurezza dei palazzi del potere Ue: nei ricordi dei funzionari di Bruxelles c’è ancora la paralisi della città dovuta alle esplosioni nella metro e nell’aeroporto della capitale belga durante gli attacchi degli jihadisti. Infine sarà intensificata la cooperazione tra le forze i polizia nazionali con un progetto di ricerca nel campo della difesa. Per questo progetto il costo previsto è di 25 milioni euro.
Il progetto di bilancio è profondamente segnato dall’”annus horribilis” che ha vissuto l’intelligence e la sicurezza europea, belga e francese in primis. Il 2017, nelle intenzioni della Ue, può essere l’anno del riscatto agli occhi dell’opinione pubblica.