Biden ha sgridato la Cia, il capo del Pentagono e anche il capo della National Intelligence: le fughe di notizie sul supporto intelligence a Kiev possono essere controproducenti, “distraggono dal nostro obiettivo”. Dopo oltre 2 mesi di guerra in Ucraina, con una bulimia informativa da parte della Casa Bianca che ha fatto sapere i dettagli delle tonnellate di armi inviate a Kiev, delle informazioni di intelligence utili alle operazioni contro i russi e dei circa 4 miliardi di dollari stanziati per l’Ucraina, Joe Biden si è fatto prendere dal panico per le ripercussioni.
E forse per scaricare la tensione ha pensato bene di tirare le orecchie a William Burns, capo della Cia, Lloyd Austin, capo del Pentagono, e pure alla signora Avril Haines, al vertice della National Intelligence. Tutti rei, secondo il presidente Usa, di aver esagerato nel fornire informazioni alla stampa sugli aiuti che le agenzie forniscono all’Ucraina. Il segreto di Pulcinella, che però nei giorni scorsi aveva innescato la polemica a seguito delle rilevazioni del New York Times riguardo alle soffiate della Cia che hanno permesso a Kiev di intercettare e uccidere generali russi al comando in Ucraina. E ancora prima, in occasione dell’incendio scoppiato sulla Moskva, la nave ammiraglia di Mosca, colpita e affondata nel Mar Nero pare dagli ucraini su indicazioni dell’intelligence Usa.
E’ ormai chiaro a tutti, e qualcuno ha anche storto il naso, che la guerra tra Kiev e Mosca è un conflitto per procura degli Stati Uniti. Fermo restando che è altrettanto chiaro chi è l’invasore e chi l’invaso, le sortite di Biden lasciano perplessi. Perché al netto di quello che lamenta il presidente americano, risulta difficile credere che in un conflitto di tale portata, Cia, Pentagono e le altre agenzie di intelligence divulghino informazioni sul loro supporto a Kiev senza il via libera della Casa Bianca. Anche perché, sin dai primi giorni dell’invasione russa in Ucraina, molti osservatori e media internazionali si sono stupiti della quantità di informazioni che trapelavano dagli Usa proprio sulle attività belliche e lo spionaggio collegato.
Quindi, il fastidio di Biden per le presunte fughe di notizie è poco comprensibile. In ogni caso, i vertici ‘ammoniti’ hanno incassato il colpo e addirittura William Burns, capo della Cia, si è cosparso il capo di cenere (caricandosi sulle spalle la croce per tutti), e pubblicamente ha detto che sì, è “assolutamente d’accordo” sul fatto che “è irresponsabile”, “molto rischioso” e “pericoloso quando le persone parlano troppo, che si tratti di far trapelare informazioni in privato o di parlare in pubblico di specifiche questioni di intelligence”. E il mea culpa è stato pronunciato durante un evento organizzato dal Financial Times, mentre lo stesso Burns divulgava informazioni (che forse potrebbero anche essere riservate?) sulle intenzioni di Vladimir Putin rispetto alla strategia russa sulla guerra in Ucraina. Il capo della Cia ha spifferato ai quattro venti la notizia secondo la quale “al momento non ci sono prove concrete che dimostrano che la Russia prepara il dispiegamento o il potenziale utilizzo di armi nucleari tattiche”. Ma non solo. Per bocca di Burns il mondo ha anche appreso che Putin, sempre secondo le informazioni in possesso della Cia, ”non crede di potersi permettere di perdere” e sarebbe convinto che ”insistere” su questa strada lo porterà, prima o poi, ad ottenere progressi in Ucraina. Insomma, dichiarazioni che forse Burns avrebbe fatto meglio a tenere per sé, soprattutto vista la linea della riservatezza espressa da Biden. Ma gli americani sono fatti così, e non bisogna stupirsi.
Nel frattempo, però, la tensione cresce e aumenta il rischio di uno scontro diretto tra Russia e Stati Uniti. Occhi puntati, dunque, sulla giornata del 9 maggio e sul discorso che Vladimir Putin terrà in occasione della celebrazioni della vittoria sui nazisti della Seconda Guerra Mondiale. A riguardo, fioccano le ipotesi di analisti, giornalisti e commentatori. Al momento, però, nessuno conoscerebbe le vere intenzioni di Putin. Tranne quei servizi segreti che sono stati in grado di infiltrarsi meglio in Russia.