Artem Uss sarebbe un agente dei servizi segreti russi. L’imprenditore, figlio di un oligarca molto vicino a Putin, il 22 marzo scorso è evaso dai domiciliari a Basiglio, piccolo centro alle porte di Milano, dove la moglie dell’uomo aveva preso in affitto una casa. L’operazione potrebbe essere stata una vera e propria esfiltrazione messa in campo dagli 007 russi per riportare a casa la spia.
Un’indicazione sull’argomento arriva da Andrej Soldatov, il giornalista investigativo russo esperto di servizi segreti fuggito all’estero e ricercato in patria per aver divulgato notizie sulla crisi interna dell’intelligence di Mosca.
In un articolo pubblicato per la rivista Monocle relativo allo stato di salute dell’intelligence russa ad un anno dalla guerra in Ucraina, Soldatov scrive: “Gli stessi servizi di intelligence sono fantasiosi nel cercare di trovare una via d’uscita dopo le espulsioni di massa. Ad esempio, cercando di reclutare agenti tra i nuovi immigrati che hanno lasciato il Paese dopo l’inizio della guerra. Inoltre, l’intelligence ha già iniziato a utilizzare i figli di oligarchi e funzionari di alto rango che vivono e lavorano nei paesi occidentali. Artem Uss, figlio del governatore del Territorio di Krasnoyarsk, è stato arrestato in Italia a ottobre su richiesta degli Stati Uniti perché la sua azienda stava cercando di acquisire semiconduttori e microcircuiti utilizzati nei sistemi missilistici americani. In seguito, l’intelligence russa ha organizzato la sua riuscita fuga dagli arresti domiciliari”. È andata meglio ad Andrey Yakunin, figlio dell’ex capo delle ferrovie russe Vladimir Yakunin, ex ufficiale del KGB e confidente di Putin, arrestato sempre a ottobre 2022 in Norvegia con l’accusa di aver pilotato un drone nell’arcipelago artico delle Svalbard, e rilasciato a dicembre. Andrey Yakunin è anche a capo del cda di Antognolla, resort golf di lusso sulle colline perugine.
Tornando ad Artem Uss, dunque, l’imprenditore farebbe parte di quella nuova generazione di spie che la russia sta cercando di sostituire in molti paesi occidentali dopo una serie di problemi legati a espulsioni e coperture saltate. La sensazione è che Mosca sia costretta a raschiare il fondo del barile e quindi si affida a personaggi in vista ma già presenti all’estero per vari motivi. Molti, come Yakunin che aveva quello inglese, possono contare anche su passaporti di altri paesi. Questo consente agli agenti di muoversi con più facilità e magari evitare fastidiose rogne legali.
E poi ci sono le spie autoctone, quelle reclutate nei Paesi in cui la Russia cerca informazioni utili. In Italia, emblematico è il caso di Walter Biot, ufficiale della Marina militare italiana, nel 2021 arrestato per aver ceduto documenti classificati ad un funzionario dell’ambasciata russa in Italia in cambio di denaro. A marzo scorso è stato condannato a 30 anni di carcere dal tribunale militare di Roma. Una “talpa” di Mosca all’interno delle nostre istituzioni, dunque. Un lavoro di infiltrazione che la Russia di Putin porta avanti da anni, in tutto l’occidente e che dalla guerra in Ucraina in poi pare sia esploso. Ma da questa pagine, non ci stanchiamo di ripeterlo, abbiamo denunciato il livello di infiltrazione russa in Italia già anni fa.
E proprio a quel profilo di spia che tracciamo nel 2016, pare appartenere Maria Adela Kuhfeldt, vero nome Olga Kolobova, che sarebbe riuscita ad infiltrarsi tra il personale della base Nato a Napoli e nella VI Flotta statunitense per anni, senza destare sospetti. Si tratterebbe della più clamorosa infiltrazione russa operata in Italia da parte dell’intelligence del Cremlino.
Secondo Soldatov, però, “l’entità dell’infiltrazione dell’intelligence russa (in Occidente, ndr) negli ultimi anni potrebbe rimanere un mistero, poiché la maggior parte delle spie russe che lavorano sotto copertura diplomatica sono già state espulse”.
Per il momento sappiamo, attraverso un’indagine dell’Fbi, che la Russia da almeno 20 anni usa contro i Paesi Nato un malware chiamato “Snake”. La rete di computer usata dall’Fsb sarebbe stata disinnescata da Washington, ma nel frattempo non si hanno informazioni su quanti e quali dati Mosca sia riuscita a rubare, a circa 50 Paesi, attraverso questo spyware.