Il bombardamento contro la base aerea siriana di Shayrat, voluto da Donald Trump e deciso in maniera autonoma senza aver preventivamente richiesto il consenso del Congresso statunitense, ha mostrato chiaramente i limiti della nuova amministrazione americana in materia di politica estera.
Dopo le aspre critiche che dal magnate sono piovute contro la Clinton e Obama, ecco che ci apprestiamo ad assistere all’ennesimo deja vue.
Ormai da decenni assistiamo alle indebite intromissioni Usa negli affari interni di Paesi asiatici, africani e mediorientali. Dall’Afghanistan, negli anni ’80, passando per l’Iraq, la Libia, la Siria, gli americani hanno inanellato un filotto di errori di valutazione incredibili, sia nel campo dell’intelligence sia anche in quello militare.
La riflessione si impone
Il lancio di missili dalle navi americane contro la Siria ha di fatto rinforzato l’Isis che, capitalizzando l’attacco Usa contro la base di Shayrat, importante installazione da cui partono i raid contro il Califfato, è subito passata al contrattacco contro l’esercito di Bashar Al Assad nella cittadina strategica di Al Furqalas.
L’attacco contro l’aeroporto di Sharyat, perpetrato con il lancio di ben 59 missili Tomahawk, avrebbe causato la morte di 15 persone, tra cui alcuni bambini, ma non avrebbe sortito gli effetti desiderati. Pare infatti che la base siriana sia stata colpita solo da 23 missili, mentre si ignora dove siano caduti gli altri 36, sollevando seri dubbi sui danni riportati dall’aeroporto militare siriano e sul reale annullamento della sua efficienza.
Di fatto l’Isis trarrà giovamento dal caos che regna sovrano nella coalizione occidentale, come dimostra la reazione di Vladimir Putin, non certo inaspettata e non l’unica. Da subito, infatti, la Russia ha annunciato l’intenzione di rafforzare le difese aeree siriane, di sospendere il memorandum di cooperazione con gli Usa contro la Siria e denunciato la violazione del diritto internazionale poiché, l’attacco americano, è stato perpetrato contro un paese sovrano.
Il rischio di un innalzarsi della tensione tra le due superpotenze è palpabile e potrebbe scatenare il panico soprattutto tra i paesi europei già gravati da enormi problematiche sociali ed alle prese con la crisi economica e lo sgretolamento della stessa Unione europea.