a cura di Sara Novello
Nel Regno Unito, dopo il voto amministrativo dello scorso 4 maggio, il panorama politico che sembrava favorire i laburisti ha invece confermato il partito di Theresa May come il più forte, nonostante il timore di perdere roccaforti storiche quali Barnet, Westminster, Chelsea e Kensinghton. I risultati attribuiscono ai laburisti di Jeremy Corbyn il controllo degli stessi consigli comunali della vittoria amministrativa 2014 e nulla più. Anzi, in Scozia e nello stesso Galles il partito laburista sembra aver perso parecchio terreno. Al contrario, i conservatori della Premier May, il partito pro Brexit, fagocita i consensi euroscettici dell’Ukip di Nigel Farage, già azzerato nel voto nazionale 2017.
Malgrado, poco prima delle elezioni, il portavoce del partito conservatore avesse dichiarato all’Independent che la situazione era “davvero pessima”, confermando il timore di perdere il consiglio di punta Wandsworth nella capitale, insieme a Westminster e Barnet, il risultato ottenuto fa sì che Theresa May non perda la sua leadership. L’analista politico Lewis Baston ha suggerito che i risultati sono stati “estremamente inquietanti” per i Labour, che potrebbero subire, il prossimo 8 giugno, la peggiore sconfitta che nessun partito di opposizione abbia mai avuto. John Curtice – esperto di elezioni – non si meraviglia e dichiara: “I risultati sono in linea con le aspettative e i sondaggi, probabilmente i conservatori otterranno una vittoria schiacciante a giugno”.
In precedenza il sondaggista ha affermato che la posizione del partito laburista nei sondaggi si è indebolita nell’ultimo anno e potrebbe portare a uno swing di 12 punti a favore dei conservatori. Il ministro Tory Brandon Lewis ha riferito alla BBC che la signora May “ritiene che i risultati finora siano incoraggianti, ma che non si può supporre che ciò che é accaduto nelle elezioni locali verrà automaticamente replicato nelle elezioni nazionali”. Sicuramente il partito conservatore si impegnerà al massimo per far ottenere alla May una piena e chiara vittoria nelle prossime elezioni confermando la supremazia del partito conservatore e l’obiettivo del Regno Unito, sempre più deciso ad essere il più indipendente possibile dall’Unione Europea.