Allarme Charlie per le basi militari statunitensi in Europa. Su una scala da 1 a 5, l’allarme Charlie è quello relativo ad uno “stato di massima allerta”. Di conseguenza, tutte le basi militari statunitensi in Europa si sono dovute adeguare all’istante alle direttive impartite dal EUCOM, l’United States European Command con sede a Stoccarda, sollecitando la più stretta vigilanza presso i centri nevralgici delle forze statunitensi, in stretto contatto con le Forze armate e di Polizia dei locali governi. Detta precauzione è stata emessa sino a nuovo avviso. La notizia è stata diffusa da Stars end Stripes, quotidiano statunitense con sede a Washington D.C. e opera dall’interno del United States Department of Defense, ma ne è editorialmente separato.
Gli stati europei più interessati dall’improvviso innalzarsi della tensione sono per lo più Germania e Italia con le basi di Ramstein, Rheinland-Pfalz e Aviano, seguite da quelle della Renania-Palatinato che include Baumholder e altre installazioni situate in Romania e Bulgaria.
Scatta l’allarme Charlie nelle basi militari statunitensi in Europa
Lo stato di allerta Charlie viene applicato allorquando si ha contezza di informazioni relative a minacce imminenti che possono andare da attacchi terroristici diretti alle infrastrutture militari a quelli più generalizzati contro obiettivi civili.
L’esercito imposta i livelli di protezione delle forze armate a Normale, Alfa, Bravo, Charlie e Delta il più alto stato di allerta. Anche se lo stato cosiddetto “Bravo” è diventato assai comune nelle basi per diversi anni dopo gli attacchi dell’11 settembre, l’improvviso innalzamento al livello Charlie mette in moto “piani di riduzione per il personale non essenziale”, misure idonee alla protezione del personale (evitare di indossare uniformi in pubblico, limitare le frequentazioni di locali affollati e i movimenti in zone particolari). Inoltre, i membri della comunità militare dovrebbero segnalare qualsiasi attività sospetta, monitorare gli avvisi di viaggio del Dipartimento di Stato e prendere precauzioni per ridurre al minimo il rischio personale.
Negli ultimi tempi, i funzionari statunitensi hanno lanciato l’allarme sull’aumento delle minacce terroristiche, derivanti dall’attacco di Hamas del 7 ottobre a Israele e dalla guerra in corso a Gaza. “Abbiamo visto la minaccia dei terroristi stranieri salire a un livello completamente diverso dopo il 7 ottobre”, ha detto il direttore dell’FBI Christopher Wray in una testimonianza scritta davanti al Senato il 4 giugno.
Ma oltre alle ripercussioni della guerra a Gaza, giova rilevare che anche, oltre che Hamas, anche Hezbollah e la Jihad islamica palestinese oltre che l’immancabile Daesh, abbiano di recente pubblicato sui social network minacce contro l’Occidente e Israele, come risposta all’attacco dello Stato ebraico alla Striscia di Gaza deciso dopo il massacro del 7 ottobre scorso. Voci non confermate parlano di un attacco plurimo, di larga scala su più obiettivi già predeterminati con l’entrata in azione di decine di terroristi.
In relazione all’allarme terrorismo, è bene citare anche la concomitanza con le elezioni in corso di svolgimento in Francia cui sono correlate le misure preventive poste in atto sia dalla Direction générale de la sécurité extérieure (DGSE) che dalla Direction centrale du renseignement intérieur (DCRI), che hanno rilevato le criticità derivanti da una più che possibile vittoria del Rassemblement National a guida di Marine Le Pen che potrebbero provocare le reazioni di piazza della sinistra oltranzista.
A tale proposito è stato rilevato come i negozianti dei maggiori centri urbani francesi siano corsi a misure di estrema blindatura degli esercizi commerciali dalle vetrine agli interni e che, soprattutto le banlieue siano oggetto, in queste ore, della massima attenzione.