L’Isis mirava al concerto di Taylor Swift a Vienna. Ieri Omar Haijawi-Pirchner, direttore dei servizi di intelligence (DSN) austriaci, durante una conferenza stampa ha rivelato di avere sventato un attacco terroristico con obiettivo lo stadio “Ernst Happel” dove erano in programma tre concerti della cantante statunitense Taylor Swift, con conseguente sovraffollamento dei fans. L’operazione, condotta su input della CIA e condotta dall’Ufficio austriaco per la protezione della Costituzione (DSN), ha portato all’arresto di due soggetti legati allo Stato islamico (Isis o Daesh) ed all’identificazione di altri tre, attualmente ricercati.
Il piano per colpire il concerto di Taylor Swift
Tra i due fermati, il primo è stato identificato per il 19enne Beran N. un cittadino della Macedonia del nord nativo dell’Albania e residente a Temitz. Questi avrebbe confessato l’organizzazione di un attentato durante l’afflusso di giovani al concerto della cantante per colpire il maggior numero di “miscredenti” utilizzando un’auto caricata con una miscela di esplosivo, composta anche da acido fluoridrico, dall’elevato grado di tossicità, procurato nell’azienda dove lavorava come guardia giurata. Il piano prevedeva di colpire con armi bianche il maggior numero di persone, per poi innescare l’esplosione con la quale gli esecutori si sarebbero “martirizzati” nel nome dell’organizzazione. Beran A. si sarebbe licenziato il 25 luglio scorso dall’impiego presso l’azienda metallurgica della Bassa Austria, riferendo di “avere grandi progetti”. La sua radicalizzazione e la successiva opera di pianificazione dell’attacco, nonché la preparazione della miscela esplosiva, sarebbero avvenute con il conforto di chat criptate e la frequentazione di altri forum propagandisti dell’ideologia legati a predicatori dell’Isis, organizzazione terrorista alla quale il giovane aveva giurato fedeltà con un video successivamente condiviso.
Durante la perquisizione dell’aspirante “martire” sono stati sequestrati esplosivi, detonatori, cavi elettrici, machete e numerosi coltelli, un lampeggiante in uso alla polizia, oltre che una tanica di acido fluoridrico. Quest’ultimo componente dell’ordigno in fase di preparazione è particolarmente pericoloso poiché, oltre all’alto grado di tossicità, possiede la capacità, qualora esposti direttamente alla sostanza, di erodere la pelle sino al raggiungimento dell’apparato scheletrico. Ma il danno principale che gli attentatori avrebbero voluto provocare con l’esplosione era, in realtà, quello di espandere la ricaduta del liquido per colpire i visi dei malcapitati per ottenere effetti devastanti. Inoltre, nei piani di Beran A., rientrava anche il furto di una divisa della Polizia austriaca che, indossata, avrebbe potuto facilitare l’avvicinamento alla folla per colpire con freddezza, avvalendosi della copertura, il maggior numero di persone. Ma l’albanese-macedone, per l’esecuzione dell’attacco, aveva coinvolto altri 4 giovani. Uno di essi, il 17enne Luca K. turco-croato residente in Austria, conoscente del Beran ed anch’egli fermato mercoledì scorso, era già noto alle autorità e pochi giorni fa aveva iniziato a lavorare proprio per una società di assemblaggio di strutture per il concerto di Taylor Swift.
La polizia, nel recente passato, aveva già fermato e interrogato Luca K. in relazione ad una rissa scoppiata nella guerra tra bande a Meidling. A seguito del fermo è stata effettuata una perquisizione anche a casa del sospettato 17enne che, durante l’interrogatorio, si è rifiutato di collaborare con le autorità. Altri tre soggetti che avevano aderito al folle progetto di Beran, si erano resi subito irreperibili. Tra loro un 15enne turco residente a Vienna, successivamente fermato nella giornata di ieri ed un altro 18enne iracheno arrestato a Vienna. A seguito degli ultimi avvenimenti, i tre concerti della cantante statunitense sono stati annullati.
Una strana coincidenza?
In quasi concomitanza con gli eventi di Vienna, nella giornata di ieri in Francia, un intervento di routine della Police Nationale si è trasformato in una vera corsa contro il tempo a Lorient, una cittadina nell’occidente francese. Allertate da una chiamata che denunciava la presenza di “un individuo violento”, le forze dell’ordine si sono trovate di fronte ad un soggetto armato di un coltello e in evidente stato di agitazione. All’atto del fermo, l’uomo è riuscito a ferire con un fendente al viso uno degli agenti intervenuti. La chiamata d’emergenza, in realtà, era pervenuta dal padre del soggetto che affermava che lo stesso stava “saccheggiando” la casa. Durante l’ intervento, un agente di polizia è stato accoltellato dal 27enne. Quest’ultimo, noto ai servizi segreti e schedato come Fiche “S”, è stato messo messo in condizioni di non nuocere grazie all’uso di un Taser, dopo aver seminato il panico all’interno del condominio.
Dagli accertamenti successivi all’arresto dell’uomo, è emerso un quadro inquietante. La polizia ha, infatti, scoperto nello scantinato in uso al soggetto, un vero e proprio arsenale composto da numerosi coltelli, alcune fiale e un sacco contenente una polvere non identificata. Secondo il personale tecnico intervenuto, si tratterebbe di componenti per l’assemblaggio di ordigni esplosivi. Secondo una fonte di “Le Figaro” l’indagato, già condannato per atti simili, ha creato una serie di sospetti allarmanti nei suoi confronti da parte degli inquirenti circa le sue intenzioni. Il fermato, infatti, era già stato condannato per aver collocato ordigni esplosivi artigianali in locali dell’amministrazione pubblica.
Gli investigatori stanno tentando di ricucire un’eventuale rete di aggregati al soggetto, che porterebbe a pensare all’ipotesi di un attacco terroristico coordinato da più persone, anche in considerazione del notevole arsenale rinvenuto nella disponibilità del maggior sospettato e del suo atteggiamento posto in essere nei confronti del agenti intervenuti. Al momento l’indagato è stato sottoposto agli arresti domiciliari e dovrebbe essere ascoltato dai magistrati francesi nelle prossime ore.