Accoglienza minori ucraini non accompagnati: cosa bisogna fare.
Come sempre in situazioni di guerra, va considerata la sorte dei minori che fuggono dalle terre insanguinate, molti insieme alla famiglia o a quello che di essa resta, molti da soli, tra cui orfani o malati, inviati anche da genitori che li affidano ad organizzazioni o ad altri adulti pur di fargli varcare il confine ucraino e metterli al sicuro in altre terre. Il garante per l’infanzia e l’adolescenza italiano, Carla Garlatti, ha evidenziato i rischi di un’accoglienza non organizzata e la necessità di uniformarsi alle Istitutuzioni italiane e ai percorsi previsti, tra cui in primis oltre alle forze dell’ordine, le Prefetture in costante collegamento con i servizi sociali dei Comuni e con il Tribunale per i minorenni.
Bisogna infatti evitare che i minori non accompagnati possano cadere nel rischio di tratta, traffico e sfruttamento collegati alla loro sparizione se non regolarmente censiti al momento del loro ingresso in Italia. Appena un minore solo arriva in territorio italiano deve essere censito e registrato dalle Autorità locali, e segnalato al Tribunale per i minorenni che provvederà a nominare un tutore volontario come previsto dalla legge n. 47 del 7 aprile 2017 , oltre alla presa in carico da parte dei Servizi sociali del Comune designato. Se il minore è accompagnato va controllata l’esistenza di rapporto di parentela con l’adulto che lo accompagna o il regolare affidamento allo stesso accompagnatore o ad organizzazioni non governative. Per questo è indispensabile dotare i minori di documenti o iscriverli nei passaporti dei familiari adulti secondo le norme del paese di provenienza.
Inoltre, per il minore va osservato il diritto alla protezione, alla salute e all’istruzione, analogamente a quanto previsto per i figli di famiglie regolari: ciò significa inserimento in percorsi formativi scolastici, previa somministrazione di tutti i 10 vaccini previsti dalla normativa italiana, oltre alla vaccinazione anti Covid, a quella contro la tbc e al vaccino contro la poliomielite che sembra essere attualmente presente in terra Ucraina in ampie proporzioni.
L’inserimento in percorsi scolastici e formativi, e quindi anche nelle famiglie affidatarie, con mediatori che già si sono offerti per agevolare una serena quotidianità lontana dalla guerra, potrà anche essere temporaneo perché a questi minori poi va assicurata la possibilità di rientrare, qualora volessero e potessero, nel loro paese.
Di contro, va segnalato che l’Italia ha una consolidata esperienza di accoglienza in famiglie affidatarie già formate, sin dalla lontana esperienza di Chernobyl, e che hanno nella gran parte mantenuto contatti sinceri e significativi con i ragazzi di allora, ormai diventati adulti.
Quello che deve essere chiaro è che l’affidamento dei minori non accompagnati, monitorato dalla Procura del Tribunale per i minorenni e dai servizi sociali, non può essere considerata che a termine, a meno che, dopo i dovuti riscontri, il minore che risulti definitivamente senza familiari possa essere adottato dalla famiglia.
Foto in evidenza: Kiev Indipendent
Crowds of Ukrainian refugees gather to find food, clothes, and shelter after crossing the Polish border into Medyka village on March 4, 2022.
Since Russia began its war, more than half a million Ukrainian refugees fled to Poland.
Photos by our reporter on the ground @lapatina_ pic.twitter.com/bKxMksSLHg
— The Kyiv Independent (@KyivIndependent) March 5, 2022