Oltre 70mila iscritti. Cancro e disturbi mentali fra le malattie più riscontrate e un conto economico che non è ancora quantificabile. Di questi più di 60mila erano fra i soccorritori del World Trade Center. Sono alcuni dati del World Trade Center Health Program, il programma governativo statunitense varato dieci anni dopo la caduta delle Torri a Manhattan per dare assistenza a chi ha avuto problemi di salute in seguito all’attacco terroristico al cuore economico degli Usa.
Il fondo interfederale, che coinvolge e presta assistenza a tutti i cittadini americani colpiti dalla tragedia dell’11 settembre 2001, fu varato dall’amministrazione Obama in seguito allo Zadroga Act. Il nome della proposta, diretta al Congresso, fu ispirato dal primo poliziotto morto nel 2006 per patologie legate alla nuvola di detriti liberata dalla caduta dei grattacieli, James Zadroga. I report provenienti dal programma di assistenza a cura dell’amministrazione sanitaria sono, anche dopo molto tempo, una radiografia di chi era a New York quella mattina del settembre 2001.
A distanza di 15 anni le cifre che vengono fuori dai rapporti del programma di assistenza sono ancora pesanti. Stando all’ultimo aggiornamento di giugno, sono 74.968 gli iscritti. Gran parte di questi sono coloro che si lanciarono nel disperato tentativo di prestare soccorso ai newyorkesi intrappolati a Ground Zero. Il 64% del totale degli aderenti al programma sono classificati come soccorritori generici , il 23% è coperto soltanto dai vigili del fuoco e il restante 13% dai sopravvissuti.
Diverse le patologie che interessano gli iscritti. In ordine di diffusione: la rino-sinusite, le malattie da reflusso gastroesofageo, l’asma e il cancro sono le patologie che hanno avuto più influenza sul fisico di chi era presente, con una schiacciante maggioranza di patologie riscontrate nei soccorritori. Le cifre si riducono sensibilmente fra i sopravvissuti. Oltre 4mila sono i malati di cancro che hanno trovato un collegamento fra la patologia e la pioggia di cemento e acciaio che li ha investiti dopo i crolli. Per distacco le patologie che hanno maggiore incisività sono i tumori della pelle e della prostata, la quale solo recentemente è stata iscritta come malattia legata all’11 settembre visto quanti soccorritori con questo male richiedevano assistenza al programma. Oggi, stando ai dati, sono infatti più di un migliaio i malati di cancro alla prostata che erano 15 anni fa a Ground Zero, almeno finora. Ma non è soltanto il corpo ad essere colpito dal male. Molto diffuse risultano essere le sindromi post-traumatiche da stress, i disturbi d’ansia e la depressione.
Decisamente i più colpiti restano gli uomini rispetto alle donne, se parliamo dei soccorritori. Vi è una sostanziale parità fra i sopravvissuti. Gli iscritti hanno una età media, se consideriamo il totale, di 54 anni e vengono, oltre che da New York City, da tutti gli Usa. In particolare dallo stato di Washington e dalla Florida.
Il programma continuerà ad occuparsi di chi ne farà domanda, e ne soddisferà i requisiti, fino al 2090. La decisione è arrivata nel dicembre 2015. L’incubo quindi non è finito. Nella home page del sito ufficiale del programma si trovano alcuni consigli su come affrontare il giorno del quindicesimo anniversario della tragedia, in un articolo scientifico a firma di una psicologa: la dottoressa Priyanka Upadhyay. Fra i consigli della dottoressa quello di curarsi del proprio corpo perché “è lì che nascono ansia e depressione”. Fino ad arrivare all’ultimo suggerimento in neretto: “Lascia che tu stesso scelga cosa vuoi ricordare”.