a cura di Sara Novello
A 17 anni dall’ attacco del World Trade Center più di 71.800 soccorritori e 16.600 sopravvissuti ricevono cure attraverso il programma sanitario del World Trade Center. La scia di morte lasciata dai terroristi non si é fermata alle vittime innocenti, ma silenziosamente ha continuato a colpire attraverso la nube tossica creata dalle sostanze chimiche cancerogene e altri agenti inquinanti che si sono librati per mesi attorno al punto zero.
“Ero in salute prima dell’11 settembre”, dichiara il sergente di polizia Woods, ora in pensione la cui semplice affermazione fa eco a migliaia di altre persone tra soccorittori e volontari che all’epoca contribuirono a salvare tanti innocenti. A pochi anni dall’11 settembre, al sergente Woods é stata diagnosticata la sarcoidosi, una malattia infiammatoria che spesso colpisce i polmoni e i linfonodi nel petto, così come la sinusite e l’apnea notturna. Tutte queste condizioni sono riconosciute e coperte dal programma sanitario del World Trade Center finanziato a livello federale. Woods ha 57 anni e oltre a sviluppare la sarcoidosi ha sviluppato anche malattie renali e malattie cardiache. I ricercatori hanno collegato malattie respiratorie, alcuni tipi di tumore, reflusso acido, apnea notturna, disturbo da stress post-traumatico al crollo del World Trade Center l’11 settembre 2001. Molti dei problemi sanitari sono stati causati dall’enorme nube di polvere creata dalla caduta delle torri gemelle. La terra ha continuato a bruciare per giorni riempiendo l’aria, già piena di amianto, fibra di vetro e altri prodotti chimici mortali, di particelle cancerogene.
Malattie cardiache, renali, lupus, tumori sono sempre più diagnosticati tra i sopravvissuti del World Trade Center
Il sergente Woods ha recentemente partecipato a uno studio condotto dalla dottoressa Mary Ann McLaughlin, direttore cardiovascolare della salute e del benessere del Monte Sinai Heart presso il Mount Sinai Medical Center di New York. La ricerca di McLaughlin sta esaminando “un divario critico di conoscenze” sull’entità della malattia renale tra i sopravvissuti all’11 settembre: “É sorprendente che ci siano ancora disordini dopo 17 anni dall’ attentato, con tassi tumorali che stanno iniziando a salire, poiché ci vogliono molti anni dall’esposizione iniziale a un cancerogeno prima di ottenerne l’impatto reale”.
Anche disordini autoimmuni come il lupus sono sempre più diagnosticati tra i sopravvissuti. “Molti pazienti lamentano un aumento delle allergie e delle dermatiti dall’11 settembre, portando medici e ricercatori a sospettare che i sintomi siano dovuti a reazioni immunitarie iperattive derivanti dall’essere sommersi da così tanto materiale polverizzato”.
Attualmente più di 71.800 soccorritori e 16.600 sopravvissuti ricevono cure attraverso il programma sanitario del World Trade Center. E i numeri crescono ogni mese a centinaia.
Tuttavia, le malattie cardiache non sono riconosciute come condizioni correlate al World Trade Center. Di conseguenza molti, tra cui il sergente Woods, speraNO di aumentare la consapevolezza sulle malattie cardiache e altre condizioni non ancora riconosciute dal programma di salute che offre un trattamento gratuito a coloro che hanno patologie certificate 9/11.