Non ho alcun interesse personale in questa vicenda, che trovo veramente di così poco interesse da non meritare tanta attenzione. Però quando leggo certe esternazioni di titolati professori che, sempre di più mi fanno domandare cosa diavolo insegnino ai giovani, e che propongono loro personalissime, quanto devianti opinioni, piegando le norme, fornendone originali quanto isolate interpretazioni, potrei pensare al fine di disinformare e far credere alla gente quel che non è … beh, allora mi disturbo, e zitto non ci rimango.
Stavolta è stato il Prof. Paolo Flores d’Arcais a suscitare la mia attenzione, vista l’immagine che ha proposto di una sorta di “chiamato” al doveroso compito, immagino auto-assegnatosi, di esprimere le sue opinioni, o forse desideri, su un quotidiano con cui collabora, e che spesso spicca nell’accreditare tesi che la stragrande maggioranza degli italiani diciamo solo … non condivide.
Paolo Flores d’Arcais nasce professionalmente come ricercatore universitario di “filosofia morale”, iscritto al PCI, espulso dalla FGCI, si legge su internet, “.. per la sua prolungata e grave attività frazionistica …”. Passato attivamente, e ovviamente, per il ’68, che per alcuni “fa titolo”, ha una breve e intensa vicinanza con Craxi e Martelli, per poi passare al PDS di Occhetto, passare per gli ormai dimenticati “girotondi”, sostenere Rivoluzione civile di Antonio Ingroia, e avvicinarsi infine ai 5 Stelle, per prenderne poi le distanze.
Non volendone farne un’altra biografia, che già ce ne sono tante su internet, ho riportato solo i passaggi che mi sono apparsi più interessanti, anche perché sono convinto che, per capire una persona, la si debba inquadrare nei fatti e non nelle descrizioni.
Il pezzo, così come proposto, offre una personalissima interpretazione di una norma che non dice affatto quel che vuol accreditare l’egregio professore, che evita accuratamente di citarne altre, ben più pertinenti.
L’attribuzione della “particolare tenuità” a cui si riferisce il Prof. d‘Arcais, prevista dall’art. 131 bis c.p., intitolato “Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto”, dice “… la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta … l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale”.
Non abituale egregio professore, come Lei non può non sapere, significa che una che ha collezionato dodici condanne, se è vero quel che riportano molti giornali, non conoscendo io il casellario della poco gentile professoressa in pensione (poco gentile deriva dal capo di imputazione “violenza privata”, che trovo almeno incompatibile con la gentilezza), ancorchè non vi sia stata una dichiarazione di abitualità al crimine (art. 103 c.p.), si sia resa responsabile, e questo lo stabiliscono i Giudici e non i professori, di reati del genere di quelli collezionati da questa arzilla pensionata.
Poi, ma non lo dico ovviamente a Lei egregio Professore, che sono convinto lo sappia perfettamente, ma il reato di violenza privata, almeno secondo la dominante giurisprudenza, in testa quella della Suprema Corte, non è affatto un reato da poco, visto che nella sua forma più grave, che riguarda proprio la sua protetta, può arrivare a una condanna fino alla bellezza di quindici anni!
E allora sia bravo, eviti di dare interpretazioni così faziose e tanto lontane dalla realtà.
Per concludere infine, evitando di scomodare l’art. 87 della Costituzione, da Lei implicitamente richiamato, che prevede che il Presidente della Repubblica “può” concedere la grazia, sia bravo egregio professore, Lei sa bene, oltre al fatto che quella è una “facoltà” e non un “dovere” … che, per poter accedere all’istituto, serve anche un altro piccolo requisito: il condannato deve chiederla! Anche perché è una concessione, frutto di benevolenza, e non un diritto!
Quando però uno rifiuta di usufruire di benefici ai quali secondo la Legge, e non secondo i giornali o i professori avrebbe diritto, beh vuol dire che il Presidente non può concedere qualcosa che non gli è stato neppure chiesto. Men che mai aggiungo, se quel qualcuno prosegue nella sua condotta di rifiuto dello Stato e di rispetto delle norme, ai quali sono invece tenuti tutti gli altri, cittadini e non, perché non sembrerebbe, alla luce di quel che si legge avrebbe detto la professoressa, costei sia stata colta da una minima resipiscenza per il pessimo esempio che ha offerto con le sue condotte.
E vabbè che ormai c’è chi, perso di vista anche il buon senso, non giustifica, ma addirittura sostiene le violazioni di Legge di una figlia di papà che dubito anche il Padreterno abbia capito perché graziata (lei si), da una giustizia terrena assai discutibile, ma di qui a permettere tutto (ovviamente solo a chi è da una preciisa parte), ce ne passa egregi signori, e non poco!
Per cui, leggete tutti queste “opinioni”, non sia mai che io voglia censurare chicchessia e ragionate con la vostra testa. Se poi, per caso avete ancora dubbi, oggi che internet permette verifiche in tempo reale, andatevi a leggere quelle norme che taluni buttano lì per dar corpo a qualcosa che corpo non ha, per farvi una vostra idea, libera da più o meno subdoli condizionamenti.