La Francia di Parigi, diversa dalle altre mille che esistono tra banlieue e campagne, accoglie il neopresidente cantando la Marsigliese. I problemi però, ne sono tutti consapevoli, iniziano da lunedì mattina quando Macron diventerà davvero il coinquilino dell’Eliseo. Ecco tutte le gioie, i festeggiamenti, le speranze di chi ha accolto Macron per il suo primo discorso da presidente davanti al Louvre.
La festa a l’esplanade del Louvre
Macron ha scelto l’esplanade del Louvre per la festa della vittoria perché non ha paura di essere maestoso quando serve. La piazza della sinistra è la Bastiglia, quella della destra la Concorde. Macron che vuole “prendere il meglio della sinistra, della destra e anche del centro”, ha scelto un luogo finora disertato dalla politica: il cuore della cultura internazionale. Davanti alla Gioconda e strizzando l’occhio alla Tour Eiffel che si vede da lontano.
La piazza del Carrousel del Louvre ascolta imperturbabile i cori da stadio, mentre le casse che pompano musica da discoteca e la voce inneggiante dello speaker quasi coprono la famosa piramide in vetro. “Macron président, Macron président”. Quando sul maxi schermo compaiono i risultati, la folla si mette a sventolare le bandiere e Parigi è finalmente sollevata. “Ha perso il populismo, ha vinto l’Europa”.
Lui arriva sotto le note dell’Inno alla gioia, in onore dell’Europa, con una camminata studiata nei dettagli che dura diversi minuti e che si vede in diverse inquadrature anche in diretta nazionale e sui maxi schermi della piazza. “Finalmente un giovane, che cambierà tutto”, commenta Maryon, studentessa di Scienze Politiche. Il pupillo del sistema economico ha fregato i suoi stessi mentori e ora tutti confidano succederà qualcosa di importante.
“La prima urgenza è riuscire a riunificare il Paese. Siamo spaccati e ed è inaccettabile” spiega Safouane che ha 24 anni, è di origini algerine, ma è nato e vive a Parigi e fa il disegnatore. “C’è una Francia razzista”, dice mentre lascia che le persone la fotografino “lo lo vivo ogni giorno sulla mia pelle, negli sguardi in metropolitana della gente e nelle discriminazioni. Macron è la prova che c’è un’altra Francia che non è quella del Front National”.
Ad ascoltarlo con le magliette di En Marche!, indossate sopra i maglioni, ci sono tanti della classe di Macron. Quasi quarantenni che nel sistema, loro, ancora non sono riusciti ad entrare. E il lavoro sarà la sua più grande sfida: “Deve riuscire a conciliare pragamtismo con tutela sociale. E’ vero che il nostro codice è molto pesante, ma deve pensare anche alla protezione dei più deboli” dice Giorgio, 25 anni, padre italiano e madre francese.
Con un discorso tutto pro-Europa, Macron si dice pronto nei prossimi cinque anni a spezzare tutte le rimonte possibili del populismo e tra la folla esplode un applauso a scena aperta. Poi ricomincia la musica da discoteca e tutti si scatenano. Vedremo come si scatenerà Emmanuel Macron a partire dal giorno della sua investitura.