Monte Paschi di Siena, il glorioso e multicentenario istituto bancario senese, pare incamminarsi verso una certa soluzione dei propri problemi. Dopo il preannunciato mancato superamento degli stress test della Bce viene ad implementarsi il piano messo a punto due settimane fa per far fronte all’emergenza.
Le linee guida della strategia manageriale.
Il problema della banca sono le sofferenze (not performing loans) e gli incagli (Unlikely to pay). Per far fronte al diktat della Banca centrale europea, l’istituto senese ha messo a punto un piano. Ad esempio l’aumento di copertura delle sofferenze. Attualmente le sofferenze sono coperte al 61%, una cifra addirittura superiore alla media del sistema bancario italiano. Ma questa copertura non è evidentemente sufficiente, per la scarsa qualità del credito stesso, per cui lòa banca pena di portare la copertura al 67%, sottraendo risorse agli utili. Cartolarizzazione di 27 miliardi di sofferenze tramite un “Veicolo” (cioè una società) ad hoc predisposta da Mps. Questi 27 miliardi corrispondono ad un valore ammortizzato , al netto degli accantonamenti per perdite, di 9,2 miliardi. Queste sofferenze hanno una qualità, una probabilità di essere incassate,molto varia, per cui saranno a loro volta divise in tre diverse categorie, trattate in modo specifico, la parte “Senior” , di maggiore qualità, entrerà nei cosiddetti Gacs, gruppi di acquisto dei crediti in sofferenza che godono della garanzia statale. Il suo importo è di circa 6 miliardi: la parte “Mezzanina”, per 1,6 miliardi, verrà ceduta a Fondo Atlante, che finalmente potrò svolgere l’attività di eliminatore delle sofferenze per cui era stato creato la parte Junior, di scarsa qualità, per 1,6 miliardi, sarà probabilmente cartolarizzata e quindi assegnata come premio agli azionisti. L’aumento di capitale per ben 5 miliardi di euro, che ha le seguenti finalità. Con 2,2 miliardi per permettere di coprire i debiti di dubbia esigibilità in mano alla banc, non ancora sofferenze, sino ad arrivare ad almeno il 40%: 1,6 miliardi per far fronte all’eventuale realizzo 0 dei titoli “Junior” derivanti dalla cartolarizzazione, 1 miliardo per far fronte all’aumento di copertura dal 61 al 67% delle sofferenze ancora in capo alla banca.
I tempi di realizzo di questo piano sono molto ravvicinati entro settembre 2016 assemblea straordinaria ed approvazione del piano aziendale, entro ottobre/novembre nuova assemblea per l’approvazione dell’aumento di capitale, entro fine anno applicazione del piano con dismissione degli Npl al veicolo ed aumento di capitale. Insomma Montepaschi sarà salvata si, ma gli azionisti avranno una diluizione devastante del proprio capitale, al livello dell’80%. Questo significa che gli attuali detentori di un’azione vedranno ridursi il proprio peso ad 1/5. Del resto questo è il risultato derivante dalla scelta di voler implementare un piano così pesante adesso, in un momento sicuramente non favorevole, e rivolgendosi completamente al mercato.
Chi ha predisposto il piano non considera la difficoltà oggettiva che incontrerà nell’attrarre nuovo capitale. Il precedente aumento, ad un prezzo molto più elevato, fu effettuato poco più di un anno fa ed è stato completamente azzerato: siamo sicuri che il masochismo degli investitori sia tale da voler dare ancora fiducia ad una banca che opera in un sistema economico asfittico e dalla prospettive tutt’altro che rosee ed in una situazione di tassi negativi, estremamente penalizzanti per gli istituti di credito? Solo il mercato potrà darci una risposta.