Chi scrive ritiene e riteneva che il supposto rottamatore Renzi potesse essere una soluzione di contesto accettabile, a patto che i cambiamenti apportati fossero in buona fede e nell’interesse del paese e non ci fossero interessi personali o di casta. Visto quanto sta emergendo in questi giorni – indagini della magistratura e scrematura degli ipotetici successi obamiani – mi dò 6 mesi per le opportune verifiche.
Sta di fatto che oggi siamo tutti costretti a trarre le conclusioni quanto meno sulla politica economica obamiana, largamente mutuata dall’Italia e da Renzi in particolare (come spesso è accaduto negli ultimi 75 anni tra Usa ed Italia). Dunque, come ho già avuto occasione di scrivere, Obama rischia di essere ricordato come uno dei peggiori presidenti Usa della storia, meritando certamente il titolo di maestro manipolatore per gli innumerevoli casi di intervento pubblico sui mercati che si sono ripetuti durante il suo doppio mandato (soprattutto da parte delle banche centrali che troppo spesso detengono azioni quotate in percentuali imbarazzanti, direi quasi socialiste, anche e soprattutto per impulso politico). Il corrente presidente Usa più a sinistra dai tempi di Roosevelt è coinciso con la maggiore polarizzazione politica interna, sociale e di casta in seno alla società americana dei tempi della guerra civile, con l‘annichilimento della classe media e la parallela nascita di una super casta finanziaria arricchitasi immensamente a spese dell’economia reale, casta ben rappresentata dagli interessati adepti della Clinton Foundation.
In passato temo purtroppo di essere stato eccessivamente benevolo con le politiche obamiane: pensate che in questi giorni un economista di spicco della sua amministrazione, avendo capito che il vento è cambiato, ammette che ben il 94% dei nuovi posti di lavoro creati sotto Obama – posti di lavoro a bassissimo valore aggiunto utili per pubblicizzare ipotetici successi nella riduzione della disoccupazione – sono a tempo parziale.
La truffa sta emergendo. E questo è solo l’inizio: con Trump al potere ed il controllo delle Camere emergeranno tutte le bugie che i Dem Clinton-obamiani hanno detto al mondo per autocelebrare e quindi rafforzare la loro leadership globale a forza di supposti brillanti risultati economici a casa propria.
Il problema che ci riguarda è che gli stessi “mistificanti” strumenti economici obamiani sono stati copiati da Renzi per suppostamente cambiare l’Italia, inclusi voucher e Job Act. Ovvero, attendiamoci disastri anche da noi, ad oggi nascosti dietro le pieghe statistiche della disoccupazione.
Ad esempio, oggi i renziani vogliono mantenere i voucher perché altrimenti la disoccupazione italiana apparirebbe come realmente è, ossia aumenterebbe fino a 6 punti percentuali, come un’analisi di F. Lugano su scenarieconomici.it farebbe supporre (disoccupazione prossima al 20%?). Dunque, Renzi seguendo l’esempio di Obama temo abbia creato una generazione di precari con il solo fine di autocelebrare i propri successi, che in realtà non esistono. Il problema è il disastro inemendabile dopo anni di bugie che Renzi ha lasciato dietro di se, noi non siamo gli Usa…Da qui la convinzione che Renzi è politicamente finito, se si salverà dalla magistratura.
Ma il problema è il dopo: che fare per tornare a crescere? Questo sarà l’interrogativo da porsi, ben sapendo che una tassazione al 70% per le PMI non è il compatibile con la sopravvivenza socioeconomica. Purtroppo l’Ue franco-tedesca, per propri interessi, non fa sconti e le tasse vorrebbe addirittura alzarle: da qui la necessità di un cambiamento radicale con riforme pro crescita che spazino dall’economia all’amministrazione alla magistratura. Leggasi semplificazioni, riduzione dell’imposizione e delle burocrazie e soprattutto meritocrazia e neutralità politica in tutti i campi, anche per i giudici. Non si cresce se i magistrati remano contro.
Alla fine lo logica dovrebbe portarci verso le ricette degli amici americani con un italianismo stile Make Italy Great Again. E se questo, conti alla mano per valutarne la convenienza, significherà terminare il progetto catastrofico dell’euro beh, ce ne faremo una ragione.