Guardo con stupore le recenti folli proposte mirate ad eliminare il contante. Questo perché avendo davanti gli esempi svizzero e tedesco, dove il contante è sacro, mi risultano incomprensibili.
Perché si sta cercando di sdoganare una follia come una panacea? Si dice che servirà per combattere terrorismo, evasione e traffici senza pensare che proprio tali forme di pagamento sono state l’humus della crescita economica dell’uomo fino a pochi anni fa. Basti ricordare che anche la presidenza più amata è stimata degli Usa fu finanziata dai proventi figli del proibizionismo del padre di JFK, magnate dell’alcool più di Al Capone (non a caso gli Usa del nuovo corso non elimineranno mai il cash volendo crescere).
Di esempi c’è ne sarebbero migliaia. Il punto è che il contante permette scambi, ovvero crescita costituendo in certi frangenti anche una salvezza contro gli espropri. Pensate che ancora oggi gran parte delle auto in Germania si pagano cash.
A parte l’aspetto etico, che lascio ai filosofi dell’economia, il contante ha rappresentato soprattutto lo strumento principe per rimescolare le carte e far fluire ricchezze e potere dai veteropotentati ai nuovi durante periodi di turbolenza.
La confusione regna sovrana. Il motivo è semplice, almeno per i paesi avanzati: oggi si cerca di abolire il contante perché si vuole sedimentare le enormi ricchezze, soprattutto finanziarie, accumulate negli ultimi anni nelle mani di coloro che le detengono, avendo sfruttato appieno le follie Clinton-obamiane iper-finanziarizzanti dell’ultimo ottennato e dovendo confrontarsi con l’eredità di un sistema economico figlio del QE letteralmente insostenibile. Abolire il cash è quindi una garanzia per coloro che si sono enormemente arricchiti in passato e che vogliono mantenere detta ricchezze nelle loro mani evitando il “rimescolamento” delle carte. Ben sapendo che detto rimescolamento sempre accade in presenza di pesanti crisi finanziarie o, peggio, di guerre e rivoluzioni. La guerra al contante, non a caso, coincide in Ue con il progetto tedesco di sedimentare le ricchezze derivanti dall’euro ad esclusivo vantaggio tedesco in seno alla Germania .
Perché Paesi tanto diversi come ad esempio India e Svezia perseguono gli stessi obiettivi? Il discorso torna perfettamente: in entrambi gli Stati esiste un’enorme sproporzione di ricchezza tra ricchi e poveri, facendo la tara per esistenze e democrazie che hanno differenze di età, substrato culturale, sviluppo umano ecc. Il problema non è l’India, dove il motivo reale è evitare che il nemico Pakistan stampa abusivamente cartamoneta indiana per indebolire (inflazionare) l’economia di New Delhi. Chi ci tocca direttamente è invece la Svezia ossia il paese occidentale che presenta le più grandi differenze di ricchezza tra megaricchi verso gente che deve lavorare per vivere, eredità di una mentalità nazista prevaricatrice che è sopravvissuta più a Stoccolma che a Berlino, vista l’assenza di una Norimberga. La Svezia è un paese dove le tensioni sociali stanno esplodendo con la piaga dell’immigrazione ( le ricorrenti rivolte nei sobborghi di Malmoe, molto simili a quelle delle banlieu francesi), questione di tempo prima che il welfare diventi insostenibile.
La cosa più interessante è come la Germania e, in misura diversa, la Francia spingano per la limitazione del cash. La prima, Berlino, non chiedendola per se stessa ma per i paesi Ue periferici oggi in crisi, logico, un altro macigno che impedirà loro di crescere in futuro e dunque più probabile la sottomissione a termine, almeno economica. La seconda, Parigi, vive invece una realtà simile a quella svedese sebbene con pesi diversi, grandi ricchezze concentrate in mano pochi, una classe media al contrario della Germania in forte contrazione ed un’ampissima base di cittadini di serie B pronti a rivolte nelle banlieu (da soggiogare).
Un consiglio all’Italia: non fare in modo diverso di come la Germania fa per se stessa. Appunto, viva il contante.