Renzi otterrà tutta la flessibilità di cui ha bisogno dall’Ue. Berlino e Parigi, ormai ai ferri corti con Washington, hanno ben altro a cui pensare. Anzi, il piano per annichilire l’Italia da parte dei poteri coloniali Europei (Gran Bretagna esclusa) post 2011, va finalmente in soffitta, cosi come le velleità di accaparrarsi le aziende strategiche italiane. Infatti, da una parte Trump presidente annienterebbe l’Europa franco-tedesca attraverso un forte deprezzamento del dollaro, terminando il progetto dell’euro. Dall’altra anche Obama – e quindi il suo successore – si dice oggi orientato verso una politica anti-austerità in Europa.
Diciamola tutta: la Germania puntava – assieme a Parigi per l’arsenale strategico – ad emanciparsi da Washington sostituendo il dominus atlantico a capo del Vecchio Continente. Calcolo sbagliato, evidentemente. Parimenti vediamo in queste ore Obama, in modo inatteso quanto meno per il vigore profuso, scagliarsi pubblicamente contro l’austerità dell’Ue, ovvero contro Berlino (ne parleranno a cena con Renzi) e spendendosi a favore di Roma.
Tutto torna. La verità è che fu un grossolano errore permettere l’invasione della Libia da parte francese e tale errore non fu compiuto dagli Usa, che avallarono decisioni altrui, ma dall’inquilino di Downing Street, David Cameron, non a caso annientato politicamente sebbene sposato con la nobile e ricchissima rampolla della dinastia Astor (la vera conseguenza della decisione dell’ex premier Britannico contro l’Italia fu di permettere a Parigi e Berlino di imporre i propri interessi Ue contro quelli della perfida Albione).
In ultimo, un incidente tanto grave quanto inusuale in Germania. Non tanto per l’evento, capita negli impianti chimici, quanto nella casualità di due incidenti in contemporanea in due impianti separati da 30 chilometri ed entrambi di proprietà della stessa azienda, la Basf. Varrebbe la pena ricordare che Basf è l’erede diretta di IG Farben, ai tempi una, se non la più grande, azienda del mondo leader della chimica e produttrice del famoso Zyklon B, di eichmaniana memoria. Andrebbe anzi detto che tutte le principali aziende chimiche tedesche moderne nascono dallo smembramento di IG Farben post seconda guerra mondiale. E andrebbe forse aggiunto che Basf, di fatto è l’azienda che tira le fila per quanto riguarda i contratti energetici e di gas con la Russia, oltre ad avere interessi nei giacimenti libici, includendo anche il raddoppio del gasdotto North Stream che tanto fece arrabbiare Washington. E forse, nota di colore, si potrebbe anche ricordare come Basf, nella persona del suo Ceo non più tardi di una decina di giorni fa, disse che Deutsche Bank andava salvata facendola comprare dalle aziende industriali tedesche, di fatto riproponendo la veste di banca centralizzatrice dei flussi di cassa pantedeschi al centro del sistema economico industriale renano ( precisamente la funzione che ebbe durante il nazismo).
Bene, l’azienda descritta sopra, cuore del sistema manifatturiero tedesco, è oggi vittima di due esplosioni simultanee, che forse non verranno comprese nella dinamica. L”impero industriale tedesco alla fine non è così difendibile almeno dagli incidenti, certamente casuali, certamente fortuiti. Anche i tedeschi sbagliano, questa è la dura lezione. Dunque, vogliamo scommettere che Renzi sfonderà i tetti del deficit concessi dall’Ue? Permetteranno almeno il 2.4%. E anzi, consigliamo al Premier di chiedere il 2.5% o magari anche il 2.6%. Ci daranno tutto, statetene certi. E se non vorranno darceli, tanto meglio: ormai si sa che il prossimo anno con Berlino bisognerà litigare.