Il 6 e il 7 giugno 2019 si sono svolti, rispettivamente a Catania e a Palermo, due convegni sulle nuove frontiere del digitale per lo sviluppo smart dell’agrifood. Riguardo gli aspetti economici dell’innovazione è stato evidenziato come negli ultimi cinquant’anni l’agricoltura italiana ha visto trasformare profondamente i propri caratteri strutturali ed assetti organizzativi, sia a livello di singola azienda/impresa che a livello di settore agricolo e di sistema agro-industriale.
Di pari passo con cambiamenti i caratteri generali che hanno interessato il sistema economico e la società, sono mutate, seppur con livelli e ritmi differenziati tra tipologie aziendali e aree territoriali, le modalità di connessione delle imprese agricole sia con gli altri operatori che a vario livello concorrono alla realizzazione dei prodotti agro-industriali per il mercato finale (settore fornitore di input, trasformazione di prodotti agricoli, commercializzazione e distribuzione, servizi, operatore pubblico), sia le modalità di interrelazione dell’impresa agricola a livello territoriale, a causa del modificarsi delle strutture economiche e istituzionali delle aree rurali.
Questo processo di trasformazione è frutto dell’innovazione che rappresenta la forza della competitività dell’impresa ed è il risultato di investimenti che si sono realizzati nel tempo sia a livello di aziendale che territoriale. Infatti, l’innovazione è il frutto del contributo di diversi saperi scientifici e richiede tempi lunghi per la sua realizzazione ed è caratterizzata da incertezza. A questo scenario, negli ultimi tempi si è aggiunto il processo di globalizzazione dei mercati che ha determinato la riduzione delle distanze fisiche e la rapida diffusione delle informazioni.
L’innovazione digitale rappresenta la nuova sfida della società contemporanea, pertanto anche in agricoltura ci si deve interrogare se questi processi possono essere attuati e se esistono le condizioni per farlo. A livello di impresa agroalimentare, la creazione di valore, che deriva dall’attuazione di processi di innovazione digitale, richiede alcune condizioni . L’imprenditore, innanzitutto deve essere “innovatore” in funzione della sua “mission” che è quella di realizzare dei prodotti agroalimentari da destinare al mercato. L’impresa deve avere una capacità finanziaria che gli permette di attuare un investimento. In assenza di autofinanziamento, l’impresa dovrebbe avere accesso al credito e pertanto occorre un sistema bancario che sia in grado di erogare prestiti a tassi di interesse che siano competitivi. Tutto questo mette in evidenza che i processi di innovazione digitale applicati all’agroalimentare possono determinare condizione per creare valore sia per la singola impresa che per il territorio circostante a condizione che vi siano imprese propense ad innovare. Se queste condizioni si verificano, allora si determinano quelle premesse per le quali è possibile estrarre del “valore” dall’innovazione. Poichè si tratta sempre di processi di lungo periodo e cumulativi, all’inizio un’innovazione ha dei rendimenti bassi, successivamente, se ha successo, i rendimenti aumentano per poi appiattirsi. Infatti, gli investimenti nella prima fase del business sono rischiosi e la gran parte fallisce. Un’innovazione ha successo in funzione della penetrazione sul mercato.
Se i consumatori rispondono bene, ossia si sviluppa una domanda del prodotto, allora dall’innovazione si può estrae valore economico. Tutto questo mette in evidenza che il valore dell’innovazione dipende dall’uso. In particolare, per i prodotti agroalimentari, i processi innovativi digitali possono avere un effetto positivo nella creazione del valore dell’intera filiera agroalimentare dove operano imprese che sono collegate da rapporti di fornitura (impresa agricola, grossista e dettagliante con pari potere contrattuale tra loro) e che derivano da rapporti contrattuali tra le varie fasi della filiera. La singola impresa agricola che non è inserita in determinati circuiti di commercializzazione ben consolidati difficilmente potrà estrarre valore dall’innovazione digitale in quanto si trova avulsa da un contesto competitivo e degli interlocutori sociali che risulta necessario per attuare la stessa innovazione.
a cura di Filippo Sgroi, Professore Associato di Economia del Sistema Agroalimentare dell’Università degli Studi di Palermo, Dipartimento Scienze Agrarie Alimentari e Forestali