In Libano molti cittadini stanno abbracciando i bitcoin per sfuggire alla crisi del paese. La sfiducia nelle banche libanesi ha provocato, infatti, il boom della criptovaluta.
Nonostante se ne parli molto poco, il Libano sta attraversando una crisi economica e politica molto profonda, e le manifestazioni di piazza iniziate nell’ottobre dello scorso anno sono sempre più violente. Nelle ultime settimane, con l’insediamento di un nuovo governo, qualche spiraglio si è visto, ma la situazione resta molto grave. Il giornalista italiano Mauro Bottarelli, ad esempio, intravede la possibilità del default entro il mese di marzo, tanto che ci potrebbe essere anche un intervento di salvataggio da parte dell’Unione Europea.
Ma nel frattempo la popolazione ha dovuto trovare soluzioni per continuare la propria vita e il proprio lavoro. Le banche locali infatti hanno fortemente limitato il prelievo dai propri conti correnti e bloccato i trasferimenti con l’estero, tanto da essere state prese d’assalto e veder distrutti i propri sportelli bancomat.
L’emittente Al Jazeera in questi giorni ha raccontato come sta reagendo la popolazione a fronte del collasso della propria valuta, cosa che sta avvenendo su strade alternative al sistema bancario, come ad esempio bitcoin, la criptovaluta decentralizzata che permette di spostare i propri soldi in tutto il mondo senza limitazioni di sorta. “In questo momento, i libanesi sono interessati a sfuggire a severe restrizioni sui prelievi e sui trasferimenti di denaro. Fondamentalmente vogliono la libertà finanziaria – ha detto ad Al Jazeera il 29enne Mahmoud Dgheim, che commercia bitcoin dal 2015 – Se vuoi aggirare il sistema bancario il bitcoin è una soluzione”.
Bitcoin – la prima e più nota criptovaluta – non è né emessa né controllata da alcun governo o entità finanziaria e le transazioni, equiparabili ad un bonifico bancario, vanno dal mittente al destinatario senza passare per un intermediario; nel mondo delle criptovalute le banche non sono necessarie; la banca, è virtualmente costituita dall’insieme dei computer di tutti coloro che le utilizzano. Nel mondo con Bitcoin oggi si può fare o acquistare qualsiasi cosa: dagli hotel ai viaggi, dallo shopping online alle donazioni, ma in Libano non è mai decollato a causa delle forti restrizioni della banca centrale. Bitcoin, inoltre, è una moneta molto volatile, mentre la lira libanese è stata per lungo tempo ancorata al dollaro.
Ma la crisi economica scoppiata nell’ottobre 2019 ha cambiato tutto lo scenario, soprattutto nell’operatività delle banche. Tanto per fare un esempio, oggi i prelievi in sono limitati a un importo compreso tra $ 50 e poche centinaia di dollari al mese, come riportato anche da Antea Enna, italiana che vive in Libano.
I timori che il sistema bancario libanese, e in effetti l’intero stato libanese fortemente indebitato, potesse collassare hanno portato molti a investire il proprio denaro in attività piuttosto che a mantenerlo nelle banche. Hanno comprato oro, gioielli, automobili, immobili e, sempre più, bitcoin.
Diversi operatori libanesi del settore delle criptovalute hanno dichiarato nelle interviste con Al Jazeera che il volume degli scambi in bitcoin è aumentato da quando sono stati introdotti i controlli sui capitali, con il valore delle transazioni che hanno superato milioni di dollari al mese. “È iniziato lentamente ma ora sta diventando esponenziale”, ha detto Simon Tadros, un trentatreenne che si occupa di compravendita di bitcoin e che è anche il capo del reparto tecnologia della società di sviluppo web cnepho.com.
Come avvengono le transazioni
Il trasferimento di denaro dal Libano tramite bitcoin generalmente avviene avvicinando gli acquirenti che vogliono convertire valuta straniera o altri beni immobili nella criptovaluta, con venditori che hanno un surplus di bitcoin. “È una piccola comunità ma ci sono molti truffatori in giro, quindi cerchiamo di mantenere le cose vicine, verificare e stabilire la fiducia tra le persone”, afferma Tadros. Alcuni acquirenti e venditori si incontrano attraverso gruppi su app di messaggistica popolari come WhatsApp. In uno di questi gruppi, i partecipanti pubblicano regolarmente offerte da centinaia di dollari in bitcoin, fino a centinaia di migliaia di dollari. Case, automobili e telefoni sono stati anche messi in vendita, spiega Al Jaazera. Omar Debian, un ragazzo di 24 anni di Beirut che commercia bitcoin, ha raccontato che uno dei suoi clienti ha liquidato le proprie attività in Libano, per centinaia di migliaia di dollari, scambiandole con bitcoin al fine di trasferire tale ricchezza in Germania. Bitcoin è interessante anche perché è possibile trasferire somme importanti in pochi minuti, mentre i periodi di attesa per i bonifici bancari possono superare una settimana. “Il trasferimento di denaro corrente richiede da almeno una settimana a 10 giorni, sempre che venga inviato. Nel frattempo, posso trasferire $ 100.000 in bitcoin in meno di 30 minuti. Ti mette a tuo agio”, afferma Debian
Gli intermediari su questo tipo di transazioni tipicamente addebitano una commissione dal 25 al 40 percento perché la valuta locale legata ad una banca libanese potrebbe collassare in qualsiasi momento, pertanto serve a copertura del rischio di cambio. Per gli acquirenti, tuttavia, la pesante commissione può valerne la pena, dato che la loro unica alternativa per trasferire denaro dal Libano è convertire i loro risparmi al tasso di cambio ufficiale, che valuta la sterlina libanese al 40 percento in meno del tasso di cambio del mercato. “Diffidiamo del sistema bancario, quindi non lo usiamo più”, ha detto ad Al Jazeera il fondatore di una società tecnologica con sede in Libano con una dozzina di dipendenti che, parlando a condizione di restare anonimo, ha dichiarato di trasferire circa 30.000 dollari di bitcoin in Libano ogni mese per pagare i dipendenti.
Una valuta volatile per tempi volatili
Bitcoin ha avuto alti e bassi significativi da quando è stato lanciato; ha raggiunto il suo picco di circa $ 20.000 nel 2017 per poi tornare a 3000$ nel 2018, ma attualmente si trova a circa $ 9.650. Tuttavia, l’anarchia intrinseca del bitcoin lo rende irresistibile per molti libanesi che stanno vivendo questo periodo di insurrezioni popolari senza precedenti. “Se stai combattendo per un mondo in cui il bitcoin è la valuta principale, stai combattendo per la fine di tutti i governi – ha affermato un giovane libanese che su Twitter si fa chiamare CryptoLira – Abbiamo avuto la separazione tra Chiesa e Stato; oggi, bitcoin sta lavorando per la separazione tra denaro e Stato”. Tadros è d’accordo, ma conclude con una domanda per certi versi inquietante: “Bitcoin è protetto dalla matematica, le valute tradizionali sono protette dai governi. Di chi ti vuoi fidare?”.