L’economia inglese potrebbe contrarsi di quasi il 30% durante l’estate. È l’allarme lanciato dalla Banca d’Inghilterra che avverte sulle conseguenze economiche che il coronavirus avrà anche nel Regno Unito. Non appena la pandemia ha iniziato a rendere difficile la situazione sociale ed economica, la Banca d’Inghilterra ha infatti prospettato un calo “molto marcato” del PIL durante la prima fase dell’evolversi del morbo, causato da un “sostanziale” aumento della disoccupazione e tassi di interesse al minimo storico dello 0,1 per cento. Lo scenario drammatico illustrato ha evidenziato un calo senza precedenti della produzione economica: circa il 3% nei primi tre mesi del 2020 e un ulteriore 25% nel secondo trimestre.
Banca d’Inghilterra: rapida ripresa
Secondo tale prospetto il PIL potrebbe scendere del 14%, il calo annuale più pesante dal 1706. Ma in questa incertezza e con una nota del tutto ottimistica, la banca ha affermato che il forte calo delle attività dovrebbe essere solo temporaneo e che dovrebbe “riprendersi rapidamente” una volta che le misure di blocco saranno allentate. Già molte fabbriche sono state riaperte per evitare questo drastico calo del prodotto interno lordo e per evitare che il tasso di disoccupazione possa superare l’8%. Secondo la Banca d’Inghilterra, “la diffusione di Covid-19 e le misure per contenerlo stanno avendo un impatto significativo sul Regno Unito e su molti paesi in tutto il mondo. Ma le famiglie britanniche sono entrate in questo periodo di crisi economica in una posizione più forte rispetto a prima della crisi finanziaria del 2008. Inoltre, il governo ha fornito e fornirà ulteriormente un sostegno sostanziale alle famiglie, alle imprese, ai dipendenti e ai freelance, anche se è inevitabile che la contrazione economica metterà sotto pressione le finanze di molti”.
Scettici: “La recessione in cui l’Inghilterra sta entrando sarà molto peggio della crisi finanziaria del 2008”
Ma alcuni la pensano diversamente, come l’ex cancelliere Alistair Darling che ha avvertito: la recessione in cui l’Inghilterra sta entrando sarà molto peggio della crisi finanziaria del 2008. In particolare, gli indici degli acquisti del settore edile sono crollati dal 39,3 % di marzo all’8,2 % di aprile. Di gran lunga la lettura peggiore da quando è iniziata l’indagine nel lontano 1997. Il quadro dei servizi, che rappresentano oltre i tre quarti dell’economia, è altrettanto desolante, con la lettura di PMI (Purchasing managers’Index) in calo a 13,4 % (indici inferiori a 50 indicano che il settore si sta riducendo). Quasi quattro imprese di servizi su cinque hanno riferito che l’attività è diminuita ad aprile. Gran parte del declino era atteso perché ristoranti, bar e altre società di servizi sono stati costretti a chiudere lo scorso 23 marzo per rallentare la diffusione di Covid-19.
Il comitato di politica monetaria (MPC) della Banca d’ Inghilterra giovedì ha votato all’unanimità per mantenere i tassi allo 0,1 per cento e ha mantenuto il suo programma di allentamento quantitativo (QE) per rilanciare l’economia invariata a 645 miliardi. Due membri del MPC hanno votato per aumentare il QE di altri 100 miliardi, una mossa che darebbe una spinta all’economia.
Senza alcun dubbio però le misure rapide del governo di Boris Johnson hanno contribuito ad attenuare il colpo economico di Covid-19
Il portavoce del governo ha dichiarato: “Le nostre misure stanno funzionando, con le 700.000 sovvenzioni e prestiti concessi alle imprese, oltre mezzo milione di imprese registrate e centinaia di migliaia che ottengono aliquote aziendali e sgravi IVA. Come il Primo Ministro e i suoi colleghi hanno già illustrato in precedenza, comprendiamo appieno l’enorme impatto che le misure che stiamo adottando stanno avendo sull’economia, ma sarebbe peggio facilitare queste misure troppo presto e avere un secondo picco. Questa non è solo l’opinione del governo, ma anche l’opinione del governatore della Banca d’Inghilterra”.
A oggi, Il governo sta subendo pressioni per “riaprire” l’economia, nonostante il Regno Unito abbia il peggior bilancio delle vittime in Europa. Tuttavia, non è ancora chiaro come le aziende potranno proteggere il personale una volta tornato al lavoro. Il segretario del lavoro laburista, Andy McDonald, ha presentato una domanda urgente alla Camera dei Comuni chiedendo ai Ministri di mettere in atto adeguate protezioni per i dipendenti contro il rischio contagio da Covid-19.