A pochi giorni dall’intesa politica sul nuovo Regolamento europeo sulla Cyber sicurezza, l’Unione Europea ha messo in campo un protocollo per fronteggiare e gestire le emergenze cibernetiche conseguenti a cyber attacchi su larga scala. Si tratta del Law Enforcement Emergency Response Protocol che, in modo concreto, risponde all’esigenza sempre più avvertita a livello europeo, di standardizzare le procedure per una mitigazione del rischio cibernetico nonché per una efficace resilienza operativa nel caso di vasti attacchi cibernetici, soprattutto i danno di operatori di servizi essenziali e fornitori di servizi digitali.
Il protocollo rappresenta l’ulteriore strumento di cooperazione tra Stati membri sulla protezione del cosiddetto dominio cibernetico nell’ambito di condivise sinergie tra gli esperti del settore e con l’adozione di canali comunicativi e piattaforme per lo scambio sicuro di informazioni classificate. In tale nuovo scenario, all’interno di Europol viene assegnato al Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) il coordinamento delle attività di preliminare valutazione cyberattacco, onde accertarne la natura dolosa (anche solo sospetta) con approccio “digital forensics” in relazione alla catena di custodia delle prove, al fine di condividere ogni utile informazione con salvaguardia del livello di classificazione per l’immediata risposta all’emergenza e le conseguenziali indagini sull’origine dell’attacco.
Il protocollo istituisce infatti un processo multi-stakeholder che comporta in tolale sette possibili fasi principali, dalla rilevazione anticipata e dalla classificazione delle minacce fino alla chiusura del protocollo di risposta alle emergenze.
“Le forze dell’ordine svolgono un ruolo vitale nella risposta alle emergenze per ridurre il numero delle vittime colpite e per preservare le prove necessarie per assicurare alla giustizia coloro che sono responsabili dell’attacco”, ha dichiarato Wil Van Gemert, vice direttore esecutivo delle operazioni di Europol che ha poi precisato che Europol proseguirà così la sua missione di sostegno agli Stati membri per individuare, investigare, interrompere e scoraggiare efficacemente gli incidenti informatici su vasta scala di sospetta natura criminale, affinché, come si legge nel comunicato, possano in avvenire ricevere risposta coordinata e tempestiva eventi di cyber attacchi di significativo impatto generalizzato come WannaCry e NotPetya perpetrati nel 2017 e che condussero a una grave compromissione di numerosissimi sistemi.