A chiederle è il mondo del lavoro. Quello più avanzato. Nuove figure professionali che esprimano un mix di strategia, creatività, capacità implementativa e comunicazione in un contesto in rapida trasformazione.
Per questo l’Università Telematica San Raffaele Roma e il Consorzio Universitario Humanitas lanciano l’iniziativa formativa “Experience Management and Transformation”, master di primo livello in Digital Transformation, Customer Experience, Marketing Digitale e Comunicazione. Un master che prenderà il via a Roma, ad aprile, ed avrà una durata complessiva di 12 mesi.
A spiegare ad Ofcs report il percorso formativo di questa iniziativa è Gianfranco Picano, direttore del Master.
Esiste la consapevolezza di questa necessità di cambiamento da parte delle aziende?
“Certo, l’imprenditore decide ‘consapevolmente’ il cambiamento del business e dell’operatività della sua impresa, lo promuove e lo guida, fissando strategia ed obiettivi con approccio pragmatico, coinvolgendo clienti e persone, allocando gli investimenti e rimuovendo gli ostacoli. La tecnologia è un abilitatore essenziale, ma il cambiamento passa attraverso una cultura aziendale orientata all’innovazione e ai clienti, una leadership trasformazionale, l’engagement delle persone, l’acquisizione delle competenze che servono”.
In un contesto sempre in più in rapida trasformazione, quali sono i punti indispensabili che devono presentare le nuove figure professionali?
“Quello che è sempre più richiesto, dal mio punto di vista, in un contesto in rapida trasformazione è la capacità di coniugare creatività, design, execution e governance. Sempre più le nuove tecnologie sono incorporate nei processi di business ed operativi e nei prodotti/ servizi per consegnarli più velocemente, al prezzo più competitivo, in modo nuovo ed innovativo, creando valore e generando revenue”.
E cosa fa realmente la differenza?
“Ciò che fa realmente la differenza dipende dalla nostra capacità ed abilità nel comprendere ciò che conta veramente per cogliere tutte le opportunità del nuovo contesto. Far crescere la consapevolezza che le nuove tecnologie stanno trasformando il modo di operare delle imprese, non solo internamente, passando da una vista a silos ad una integrata/olistica (attività legate tra loro, interconnesse), ma anche andando oltre, coinvolgendo altre imprese, clienti e supplier/partner, e università, attraverso la creazione di reti di comunicazione e collaborazione”.
E il nostro Paese è pronto a questa nuova strategia digitale?
“L’Italia con il PNRR ha davanti a sé la grande sfida per modernizzare la Pubblica Amministrazione, rafforzare il sistema produttivo, caratterizzato sostanzialmente dalle piccole e medie imprese, cogliendo tutte le opportunità legate alla rivoluzione digitale sostenibile, colmare il gap infrastrutturale, riformare il Paese, rimuovendo tutti gli ostacoli che frenano la produttività e la crescita economica. Non è facile vincere la sfida nei tempi fissati dal PNRR, ma ciò potrebbe accadere se si velocizzano i processi di formazione delle nuove competenze, in linea con le evoluzioni tecnologiche e con le esigenze del mercato, se si sceglie una classe dirigente, selezionata in funzione del merito, che abbia capacità ed abilità di far accadere le cose (execution e governance)”.
Ma le imprese stanno attuando una strategia digitale?
“Molti sostengono di avere una strategia di innovazione, ma mentre è altamente probabile che un’azienda abbia una strategia di business e l’IT una strategia che incorpora nuove tecnologie, ciò non implica che essa corrisponda ad una strategia digitale. L’IT( Information Tecnology) è più focalizzata sull’efficienza infrastrutturale ed applicativa piuttosto che essere customer e business centrica, aspetto fondamentale per sfruttare il potenziale tecnologico nell’ambito del business dell’impresa, dei prodotti, dei processi e della struttura organizzativa. Si potrebbe quindi ritenere che la strategia di trasformazione digitale sia data dal coordinamento e dall’allineamento tra la strategia di business e quella IT. Ma, mentre la strategia digitale del business può fornire una visione dell’evoluzione del business model, essa non si traduce immediatamente in guidelines per la trasformazione digitale. D’altra parte una strategia di trasformazione digitale indica la via verso la trasformazione digitale e guida gli attori attraverso il processo di trasformazione che risulta dall’integrazione e dall’uso di tecnologie digitali”.
E il cliente cosa si aspetta da queste innovazioni?
“La tecnologia è un potente abilitatore, ma al centro c’è il business, questo significa focalizzarsi sul cliente che si aspetta di guidare il suo ‘engagement’. Clienti che non sono contenti di sentirsi dire di cosa hanno bisogno o di essere limitati nelle scelte, anzi valutano le diverse alternative per trarne il massimo vantaggio. Per le imprese diventa quindi centrale disporre di “antenne” sulle evoluzioni del mercato e delle tecnologie, di riuscire a valutare gli impatti sul business e sulla competitività e di essere veloci e agili per cambiare, quando serve, il posizionamento”.
Per concludere, quali sono le strategie che deve mettere in atto un imprenditore che voglia stare al passo con la trasformazione del mercato?
“In sintesi, se l’impresa valuta di rivedere il suo posizionamento rispetto alle evoluzioni di mercato e delle tecnologie, è consigliabile:
– definire strategie e obiettivi «audaci», ma raggiungibili, adottando un approccio pragmatico e coinvolgendo sin dall’inizio tutti gli stakeholders;
– conoscere esigenze e comportamenti dei clienti (Customer Experience)
– organizzare e coltivare capacità di leadership;
– colmare gap di competenze;
– valutare processi aziendali e modello operativo e di business;
– analizzare la struttura costi/investimenti e revenue;
– allocare le risorse sulle aree che richiedono immediato intervento;
– fornire informazioni appropriate e con regolarità a tutta l’azienda”.
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