Lotta alla propaganda online degli jihadisti. Europol ha reso noto che, dal 21 al 24 novembre, le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie degli Stati membri hanno avviato un’azione congiunta contro il cosiddetto Stato islamico e indirizzata a contrastare le intense attività di propaganda terroristica online del Daesh. L’azione di contrasto è stata coordinata dall’Unità di segnalazione Internet dell’Unione europea di Europol ed è stata sostenuta da Eurojust, con la partecipazione di 12 Stati membri e 9 service providers, tra cui Telegram, Google, files.fm, Twitter, Instagram e Dropbox. Nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto alla diffusione online della propaganda jihadista, anche il personale italiano del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ha partecipato agli “Action Days”.
Rimosse 26000 voci di contenuti propagandistici dell’Isis
La complessa operazione ha permesso di individuare e rimuovere i referral di un totale di oltre 26000 voci di contenuti propagandistici dell’Isis e disarticolare i principali canali di diffusione sui social network della propaganda jihadista a sostegno del terrorismo e dell’estremismo violento. “Le mirate e costanti attività di monitoraggio del web e di attenta analisi dei contenuti pubblicati online all’interno di gruppi e canali riconducibili ad aree ideologiche affini alle posizioni jihadiste – spiegano gli investigatori – hanno consentito anche di accertare come l’IS abbia implementato, già dalla metà del 2018, una strategia di comunicazione principalmente basata sull’utilizzo di numerose piattaforme di messaggistica istantanea e di social media per la diffusione dei propri messaggi propagandistici e per la condivisione e archiviazione di file”.
In tale scenario, pertanto, le attività eseguite durante gli Action Days hanno permesso di ottenere un massiccio “take down” di migliaia di gruppi, canali e accounts (molti dei quali oggetto di un precedente accesso abusivo ed un successivo impiego come bots) che sono stati oggetto di preventiva segnalazione da parte delle forze dell’ordine, in quanto considerati responsabili della pubblicazione del settimanale di settore al-Naba (diffuso ogni giovedì sera).
Telegram ha ricevuto la maggior parte delle richieste di referral
Fondamentale si è rivelata la collaborazione degli Internet Service Providers e, tra questi, in particolare di Telegram che ha ricevuto la maggior parte delle richieste di referral e che ha allontanato dalla propria piattaforma una parte significativa degli attori chiave all’interno della rete di diffusione della propaganda IS – Google, Files.fm, Twitter, Instagram e Dropbox. Proprio riguardo alle attività su Telegram, a ottobre Ofcs.report si è interessata della rete Jihadi Telegram, principalmente araba, che annovera circa 9000 canali/gruppi e ha prodotto oltre 1,7 milioni di aggiornamenti IM, di cui 878.795 (circa il 50%) sono stati inoltrati da altri canali e gruppi (Clicca qui per leggere l’articolo).
I dettagli dell’operazione Action Days
Mediante un notevole lavoro di monitoraggio e di Open Source Intelligence (OSINT) si è anche provveduto all’analisi delle prove di reazione da parte dei cyber mujahid e all’immediato contrasto dei tentativi di ricostruzione online della macchina di propaganda dell’IS. L’intera operazione è stata condotta su input del magistrato investigativo antiterrorismo belga e dalla locale Procura federale, insieme alla polizia giudiziaria delle Fiandre orientali.
Nell’ambito di questa operazione, la Guardia Civil ha anche effettuato un arresto in Spagna di un soggetto sospettato di essere tra i principali divulgatori della propaganda terroristica Isis online. Il fermo dell’uomo è stato effettuato in coordinamento con le Corti investigative del Magistrato centrale e con la Procura dell’Audiencia Nacional. L’azione è connessa ad una serie di precedenti sforzi congiunti volti a contrastare i vari canali di comunicazione di questa organizzazione terroristica.
Nell’agosto 2016 è stata lanciata, infatti, una prima azione di rimozione dell’applicazione mobile e l’infrastruttura web di Amaq
Questa operazione ha costretto i propagandisti a costruire un’infrastruttura più complessa e sicura per impedire ulteriori interruzioni delle forze dell’ordine. Nel giugno 2017, una seconda operazione condotta dalla Guardia Civil spagnola e supportata da Europol, Eurojust e Stati Uniti d’America, ha preso di mira parte delle risorse e dell’infrastruttura web dell’agenzia di stampa. I server sequestrati dalla Guardia Civil hanno consentito l’identificazione di individui radicalizzati in 133 paesi e il rilevamento di oltre 200 milioni di accessi ai cosiddetti contenuti della propaganda dello Stato Islamico da parte di 52 000 possibili consumatori. Nell’aprile 2018, un’operazione multinazionale guidata dalla Procura federale belga insieme alla polizia giudiziaria federale belga delle Fiandre orientali e con il sostegno dell’IRU dell’UE, dell’Eurojust e degli Stati membri dell’UE di Europol, ha finalmente abbattuto l’infrastruttura web dell’Isis, costringendo il propagandista terrorista a fare affidamento sui social media e sulle applicazioni di messaggistica per raggiungere un pubblico più vasto online.
Questo passaggio agli ISP (Internet Service Providers) ha consentito a Europol e agli investigatori degli Stati membri di concentrare il proprio lavoro sulle reti di social media utilizzate dagli operatori dei media Isis, dando luogo alle “Action days”. Europol ha dichiarato che continuerà a lavorare per promuovere sempre più partenariati pubblico-privato funzionali a garantire l’interruzione della diffusione della propaganda terroristica online e comunque preordinati a supportare le autorità nella lotta degli Stati membri dell’UE all’abuso terroristico del web.