All’esito del recente recepimento in Italia della direttiva NIS (Direttiva UE 2016/1148) con il D.lgs 18 maggio 2018, n. 65 recante “Attuazione della direttiva (UE) 2016/1148 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 luglio 2016, recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell’Unione” e sul solco del Cyber Security Act approvato dal Parlamento Europeo (che verrà discusso in plenaria a settembre), il tema della sicurezza delle reti diventa sempre più strategico, specie in riferimento alle cosiddette infrastrutture critiche ed ai servizi essenziali digitali, i cui nuovi obblighi si innestano nel progetto di sempre maggiore consolidamento della cooperazione pubblico/privato. Gli Stati membri individueranno una Authority Nazionale ed uno o più CSIRT (Computer Security Incident Response Team) che in piena cooperazione internazionale forniranno analisi e comunicazioni tempestive su eventuali minacce ed incidenti.
A ciò si aggiungono i nuovi obblighi di notifica all’autorità nazionale da parte degli operatori di servizi essenziali e dei fornitori di servizi digitali.
Già nell’ottobre del 2017, il Consiglio europeo manifestava in ambito istituzionale la forte esigenza di adottare una strategia europea in materia di cyber security and resilience.
L’iter parlamentare sulle proposte del Consiglio ha consentito di approvare un pacchetto di riforme, che verranno votate il prossimo settembre, arricchite dalla Commissione ITRE con quattro nuove iniziative tra le quali:
- Il rafforzamento del ruolo dell’Agenzia Ue per la sicurezza delle reti e dell’informazione (ENISA), dispositivi;
- applicazioni e apparecchi per l’IoT più sicuri per i cittadini dell’Unione;
- progressiva mitigazione dei rischi e minacce per le informazioni e le reti nell’Ue;
- miglioramento ed implementazione della cyber resilienza.
Significativa è anche la misura generale orientata all’istituzione di sistemi di certificazione comune a livello di UE per prodotti, servizi e processi ICT. Ciò permetterà a regime di certificare che un prodotto o un servizio dell’Information and communication technology al momento del rilascio non presenti nessuna vulnerabilità nota e che sia conformi agli standard e le specifiche tecniche internazionalmente condivise.
In ambito nazionale, una ulteriore conferma della strategia di difesa del Governo italiano arriva dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta che, nel corso della seconda sessione del vertice Nato, tenutosi questa mattina a Bruxelles, ha chiesto che gli investimenti italiani per assicurare la sicurezza e la resilienza cibernetica a livello nazionale siano compresi nel calcolo del 2% del Pil per la spesa militare, che gli alleati si sono parimenti impegnati a raggiungere entro il 2024.
Ancora una volta si ribadisce che la cybersicurezza è un fattore chiave per la crescita del livello generale d’innovazione del Paese e lo sviluppo dell’economia dei dati.
In questo percorso, la sempre maggiore diffusione della cultura della consapevolezza nei cittadini europei dell’unione digitale, contribuirà a determinare le condizioni per una sempre maggiore sicurezza europea partecipata.