Che la App Immuni sia un flop è sotto gli occhi di tutti: pochi la installano, molti nemmeno ne conoscono l’esistenza e qualche volta le notifiche non arrivano. Nemmeno il Governo ci crede più di tanto visto che, a parte qualche pubblicità “progresso”, poche sono le indicazioni ad installare ed utilizzare.
E dire che dal punto di vista tecnologico Immuni rappresenta un piccolo gioiello: app ben fatta per la parte di “user experience”, back end ben progettato e realizzato, sicura quanto basta (con il DIS che mette il cappello per evitare quello di qualcun altro…), e infine garante della privacy tanto è stato il clamore sollevato nelle prime fasi di sviluppo.
Intendiamoci, qualche problema Immuni lo ha avuto, come le notifiche che ad un certo punto non arrivavano o modelli di iPhone dove non si installava, ma insomma quale app non manifesta dei bug?
Ma, come già avevamo predetto, uno dei punti critici è la diffusione, che ad oggi è ancora bassa ed incerta con qualche milione di download e statistiche di uso praticamente inesistenti. Un conto è sapere quante persone scaricano la app sul proprio smartphone, un conto è invece conoscere quanti la usano.
Il Governo ha approntato un sito con una grafica accattivante che, oltre alle indicazioni di uso di Immuni, mostra qualche statistica descrittiva: 10 milioni di download, ma quanti l’hanno disinstallata? 5000 utenti positivi, su circa 700.00 totali. Insomma, numeri che sono davvero impietosi se li si osserva più attentamente.
Ma il vero problema di Immuni non è la app, bensì il processo che vi è attorno e che qualche mente illuminata ha architettato. Ogni innovazione digitale, che non è solo una applicazione informatica, prevede prima di tutto un processo che coinvolge attori, sistemi, procedure e funzioni. In Immuni si è data molta enfasi all’aspetto tecnologico, di sicurezza, e privacy, ma ben poco al processo che governa il contact tracing digitale.
In questo processo un ruolo fondamentale lo svolgono le Aziende Sanitarie Locali che, a fronte di un soggetto positivo in possesso della app Immuni, richiedono il codice fornito da questi e attivano di fatto la procedura delle notifiche automatiche di Immuni.
Il problema è che spesso nelle aziende suddette, il personale non è a conoscenza di tali procedure o, peggio, manca proprio. Non è raro trovare soggetti positivi che abbiano segnalato l’utilizzo di Immuni e quindi la volontà di attivare la segnalazione per i propri contatti, e ricevere invece dall’operatore una risposta del tipo: “Signore non sappiamo cosa farci con Immuni”!
Del resto, se non ci sono abbastanza operatori per fare il contact tracing “manuale”, ovvero domandare al positivo quali siano stati i contatti recenti e avvisarli telefonicamente, come si può pensare che si attivi un altro pezzo di processo virtuoso per Immuni?
Le innovazioni digitali sono fatte di applicazioni e sistemi informatici, ma ciò che le governa sono i processi che coinvolgono i soggetti che interagiscono con sistemi e applicazioni informatiche. Senza tali soggetti avremo solo degli artefatti dell’ingegno umano che, però, non verranno usati.
Problema più comune di quello che i non esperti possano pensare, ma questo non è ammissibile in un contesto come quello di una App, o meglio di un sistema digitale di contact tracing, dove tutto questo andava previsto sin dall’inizio.