Lo scorso 2 luglio sono state pubblicate le linee guida e raccomandazioni di policy congiuntamente elaborate dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e Garante per la protezione dei dati personali che il 30 maggio 2017 avevano avviato l’Indagine Conoscitiva IC53 – Big Data. La grande quantità di dati di cui oggi è possibile disporre è da considerarsi sempre più rilevante per l’ottimizzazione di processi e decisioni, per l’innovazione e per l’efficiente funzionamento dei mercati e i big data rappresentano un fenomeno che investe l’economia nel suo complesso. Ed è molto importante considerare l’inscindibile binomio tra digitale e sviluppo sostenibile, anche alla luce del rapporto del ministero dello Sviluppo Economico – Punto di Contatto Nazionale per l’attuazione delle Linee Guida Ocse per le imprese multinazionali in materia di condotta d’impresa responsabile, che ha lo scopo di favorire una fotografia del posizionamento delle imprese italiane, al fine di comprendere quali siano le scelte strategiche introdotte, le modalità gestionali ed azioni innovative da adottare nel perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030.
La cosiddetta economia “data driven” ha infatti implicazioni sul funzionamento dei mercati e sul benessere dei consumatori e, al tempo stesso, sul contesto sociale e democratico. Per questo l’indagine portata avanti congiuntamente da tutte e tre le Autorità è stata dedicata allo studio e alla comprensione delle implicazioni per la privacy, la regolazione, la tutela del consumatore e l’antitrust, derivanti dallo sviluppo dell’economia digitale e, in particolare, dal fenomeno dei big data.
Già nel mese di giugno dell’anno scorso è stato pubblicato il Big Data Interim report, con alcuni risultati intermedi con un rapporto che illustra i risultati di un’indagine campionaria, condotta dall’AGCM preordinata ad indagare la propensione degli utenti di servizi on-line a consentire l’utilizzo dei propri dati a fronte dell’erogazione dei servizi.
Le principali linee guida di cooperazione tra le Autorità sulla complessa materia e le raccomandazioni di policy condivise dalle tre autorità venivano declinate nei punti che seguono:
1: Governo e Parlamento si interroghino sulla necessità di promuovere un appropriato quadro normativo che affronti la questione della piena ed effettiva trasparenza nell’uso delle informazioni personali (nei confronti dei singoli e della collettività).
2: Rafforzare la cooperazione internazionale sul disegno di policy per il governo dei Big Data.
3: Promuovere una policy unica e trasparente circa l’estrazione, l’accessibilità e l’utilizzo dei dati pubblici al fine della determinazione di politiche pubbliche a vantaggio di imprese e cittadini. Sarà necessario un coordinamento tra tale policy e le strategie europee già esistenti per la costituzione di un mercato unico digitale.
4: Ridurre le asimmetrie informative tra utenti e operatori digitali, nella fase di raccolta dei dati, nonché tra le grandi piattaforme digitali e gli altri operatori che di tali piattaforme si avvalgono.
5: Prima delle operazioni di trattamento dei dati, identificare la loro natura e proprietà e valutare la possibilità d’identificazione della persona a partire da dati ‘anonimizzati’.
6: Introdurre nuovi strumenti per la promozione del pluralismo on-line, la trasparenza nella selezione dei contenuti nonché la consapevolezza degli utenti circa i contenuti e le informazioni ricevute on-line.
7: Perseguire l’obiettivo di tutela del benessere del consumatore con l’ausilio degli strumenti propri del diritto antitrust estendendoli anche alla valutazione di obiettivi relativi alla qualità dei servizi, all’innovazione e all’equità.
8: Riformare il controllo delle operazioni di concentrazioni al fine di aumentare l’efficacia dell’intervento delle autorità di concorrenza.
9: Agevolare la portabilità e la mobilità di dati tra diverse piattaforme, tramite l’adozione di standard aperti e interoperabili
10: Rafforzare i poteri di acquisizione delle informazioni da parte di AGCM ed AGCom al di fuori dei procedimenti istruttori e aumento del massimo edittale per le sanzioni al fine di garantire un efficace effetto deterrente delle norme a tutela del consumatore.
Le tre Autorità, nell’esercizio delle rispettive competenze complementari, proseguiranno le loro attività protese ad affrontare le criticità nell’evoluzione dell’economia digitale, attraverso forme sempre più sinergiche di collaborazione atteso che le sfide dell’economia digitale data driven richiedono piena condivisione delle sinergie esistenti tra strumentazione ex ante ed ex post, a tutela della privacy, della concorrenza, del consumatore e del pluralismo.
A questo si aggiungono le energie profuse dall’Europa, tra potenza di calcolo, dimensione etica dell’Intelligenza artificiale antropocentrica ed economia digitale “data driven”, seppur con limitazioni e centro di competenza sulla cybersecurity che consentiranno senza dubbio di qualificare come virtuoso il modello europeo.
In tale scenario deve anche evidenziarsi l’importanza della programmazione europea 2021-2027 con particolare accenno alla misura “digital Europe” che metterà mille miliardi di euro a disposizione degli Stati membri per la ricerca e sviluppo sul digitale, la coesione e lo sviluppo dell’agricoltura smart e di precisione, nonché per colmare l’importante skill gap sul digitale, con particolare riferimento alle competenze digitali sui pilastri dell’AI, della blockchain e della cybersecurity.