In una chat Isis ridimensiona l’operazione “Action Day” di Europol, persino considerata “costosa, poco efficace e difficile da ripetere”. A poche ore dalla vasta e complessa operazione coordinata dall’Unità di segnalazione Internet di Europol, sostenuta da Eurojust, con l’affiancamento di 12 Stati membri e 9 service providers, che ha permesso di disarticolare i principali canali di diffusione sui Social Network della propaganda Jihadista a sostegno del terrorismo, il Daesh torna a farsi sentire tentando di rassicurare i propri fedelissimi.
Sul piano comunicativo Isis, pur riconoscendo gli importanti dati dell’operazione “Action Day” diffusi da Europol, ha inteso soprattutto tranquillizzare i propri seguaci sulla carenza di informazioni sull’organizzazione. In diversi account filo-Jihadisti i comunicatori del Daesh hanno postato la notizia secondo cui “l’operazione di repulisti, iniziata nel 2015, è l’ultimo colpo di coda dell’operazione cibernetica dei crociati”. In particolare si legge che “questo pressing a uomo o per meglio dire a canale Telegram non può durare a lungo perché non ci sono abbastanza soldi per portarlo avanti”.
Le piattaforme “alternative” di Isis
A partire dal 24 novembre lo Stato islamico, in chiara risposta all’attacco subìto, ha iniziato a riposizionarsi istruendo i propri fedelissimi sull’utilizzo di piattaforme alternativa come Matrix e/o altre app o social meno conosciuti o nuovi (come la russa Tam Tam). Dunque, la capacità di comunicazione del Daesh si proclama resiliente ad ogni capacità di neutralizzazione. In effetti, nel corso degli ultimi anni la rete multimediale dell’Isis si è decisamente decentralizzata, anche a seguito del crollo del Califfato in Siria e Iraq e alla consistente perdita di territori e infrastrutture posseduti dall’organizzazione. La rete dei media di Isis continua ad essere di natura globale, condotta principalmente nel cyberspazio. Questa rete è sopravvissuta al crollo in verticale del Califfato e nel 2018 ha mostrato notevole resilienza e adattabilità nonostante la pressione militare e di intelligence esercitata sull’Isis anche a livello globale. Ciò è dovuto, in larga misura, alla transizione verso una rete più capillare ma più decentrata rispetto al passato in cui i sostenitori dell’organizzazione, che non sono direttamente subordinati al principale apparato mediatico dell’organizzazione, hanno iniziato a colmare il vuoto creatosi. Migrazione verso altre piattaforme è l’input del Daesh verso il suo esercito cibernetico che nella sua propaganda annuncia: “Vogliono estinguere la luce di Dio con le loro bocche e Dio rifiuta, a meno che la sua luce non sia soddisfatta anche se i miscredenti lo odiano”.
E’ già successo con Facebook, Twitter e Telegram e adesso, nonostante le neutralizzazioni delle migliaia di accounts associati, il Daesh è già impegnato in una nuova stagione comunicativa che, nella logica della continuità riparte da dichiarazioni come questa: “Coloro che non credono, spendono i loro soldi per respingere il cammino di Allah”. La contro-propaganda, come la definiscono i comunicatori di Isis viene accompagnata on line da grafiche edite da al Quraysh Media.
Sulle nuove piattaforme di Matrix sono già apparsi i post diffusi da Amaq veicolati da Nashir
Matrix non è legato né all’identità né al device né tanto meno al numero di telefono mobile poiché sussiste alcun obbligo di collegarlo alla propria identità, alla propria email o al numero di telefono. A questo si aggiunga che le chat di Matrix non sono necessariamente legate ad un solo server quindi, se anche uno cessasse di funzionare subentra l’alternativa di utilizzarne un altro pur salvando i contatti e i messaggi. La piattaforma sta anche sviluppando dei bridge che permetteranno di avere un’unica chat in cui poter dialogare contemporaneamente da Matrix, Telegram, IRC ed altre piattaforme ancora.
Anche l‘app di messaggistica Tam Tam, della società Russa Mail.Ru Group sviluppata nella sua piattaforma di social network Odnoklassniki e con strutture nella Repubblica Ceca, viene utilizzata, invero da più tempo, per la diffusione della propaganda Isis che attraverso vari canali agisce “a specchio” su quelli Telegram della Nashir News Agency, replicandoli con collegamenti ad altri canali “duplicati” su Tam Tam. Il funzionamento dell’App è molto simile a Telegram e, analogamente, consente agli utenti di trasmettere i propri messaggi a un pubblico illimitato. Del resto, anche Telegram ha origine in Russia, dal momento che la piattaforma di social media russa VK.com, originariamente sviluppata dai fratelli Durov, è ora di proprietà proprio della Mail.Ru Group.