Dopo la recente nomina di Margrethe Vestager a vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per il digitale, si è delineato un nuovo quadro geopolitico della Commissione stessa che, in ambito tecnologico, vede attribuito anche al neo vice presidente esecutivo una sfera di competenza sul tema della concorrenza e della fiscalità, oltre che in alcune tematiche specificamente assegnate dal Commissario per il mercato interno Sylvie Goulard.
Ed infatti, va detto che, tra le varie Direzioni, il Commissario Sylvie Goulard, nell’ambito del disegno politico del presidente Ursula Von Der Leyen, avrà maggiore influenza e anche controllo sullo sviluppo della politica tecnologica e del mercato unico digitale, per il nuovo posizionamento geo-politico dell’UE nel mercato tecnologico globale.
Saranno tanti, dunque, i dossier strategici di cui si occuperà il Commissario per il mercato interno, dagli standard per le reti 5G alle tecnologie di nuova generazione fino alla elaborazione di una strategia sull’intelligenza artificiale, passando per l’adozione di un quadro normativo per la governance dell’internet e dell’intero ecosistema digitale e per la supervisione della sicurezza cibernetica, nonché per la guida della nuova Direzione per l’industria e lo spazio della difesa.
Tuttavia, tra le deleghe sul “digitale” assegnate al Commissario Vestager rientrano quelle altrettanto strategiche, quanto spinose, del cosiddetto “Digital Services Act” che sarà proposto, come annunciato, entro i primi 100 giorni del nuovo mandato della Commissione, nonché quelle del coordinamento dei lavori sull’approccio e la dimensione etica europee all’intelligenza artificiale e del delicato tema dell’equa tassazione digitale europea entro la fine del 2020 e, soprattutto, dello sviluppo di una nuova strategia di sostegno alla PMI e start up innovative per favorire il più ampio livello di inclusività nella futura società digitale.
Proprio su questi ultimi temi, il Commissario Vestager, in risposta alle domande degli europarlamentari, ha dichiarato che è molto importante incentivare l’innovazione per stimolare sempre di più ed in modo inclusivo la competitività delle imprese, perché la politica sulla concorrenza e la politica industriale devono procedere in modo sinergico ed allineato.
E proprio sul Digital Services Act, il Commissario Vestager ne ha evidenziato la filosofia di base, dichiarando testualmente che è molto importante che “le piattaforme servano i cittadini e non il contrario, e che un forte ecosistema di soggetti digitali, anche europeo, possa svilupparsi e impegnarsi in tutti i settori dell’economia”.
Ed in effetti il neo vice presidente esecutivo aveva già in precedenza evidenziato l’importanza di una regolamentazione dell’economia digitale per preservare i valori sociali europei della protezione dei dati personali, delle libertà e dell’equità dalle minacce di un’espansione dei monopoli digitali, da un lato e, per alimentare una vivace cultura di startup nell’UE, dall’altro.
A tal proposito, il Commissario Vestager nel corso di una conferenza all’Ocse di giugno ha dichiarato che “la più grande minaccia alla concorrenza e all’innovazione, proviene da piattaforme che non sono solo una singola impresa, ma il centro di grandi imperi. Per questo l’Ue deve preservare l’opportunità per i rivali più piccoli entrare nel mercato “.
Sarà fondamentale dunque sviluppare, nel corso del mandato quinquennale, una strategia europea lungimirante che garantisca condizioni di concorrenza globali, soprattutto con riferimento a strumenti normativi efficaci a tutelare il mercato unico da politiche di concentrazione transfrontaliere lesive.
Il Digital Services Act, a questo punto, dovrebbe anche includere un update della regolamentazione sulle responsabilità e modalità di raccolta dei dati ed anche sul ruolo dei cosiddetti “gatekeeper” nell’orientamento e condizionamento della comunicazione mediale.