Il primo dei quattro fondamentali domini dell’information security è rappresentato dalla governance, vale a dire la creazione, da parte del senior management, di una strategia preordinata alla individuazione di un framework di policy per la protezione del patrimonio informativo aziendale. In tale prospettiva, la governance presuppone un forte commitment del senior management verso il modello di information security strategicamente individuato e, al tempo stesso, l’adozione del modello richiede per la sua efficacia ed efficienza un requisito essenziale, ossia l’allineamento agli obiettivi di business.
In qualsiasi contesto organizzativo, tuttavia, l’elaborazione di linee guida e pressi afferenti alla policy adottata dalla governance, ossia l’implementazione, può non riflettere esattamente le esigenze del management e dei relativi obiettivi di business, traducendosi così in un limite all’operatività, piuttosto che in una opportunità.
Inoltre, non vi è dubbio che la creazione di un efficace framework di governance dell’information security debba passare da una configurazione degli asset informativi, e in particolare dell’infrastruttura ICT, che sia funzionale al modello adottato e che assicuri soprattutto il rapido e concreto supporto all’operation. Troppo spesso purtroppo i professionisti ICT si ritrovano a dover operare in ambienti configurati per silos, che assommano inefficienza, inerzia nel change management e soprattutto scarsa reattività alle sollecitazioni.
Per queste ragioni, è sempre più avvertita nelle organizzazioni maggiormente strutturate l’esigenza di integrare i processi di sviluppo per velocizzare, in sede di implementazione ed aggiornamento degli asset digitali, i tempi di rilascio dei codici creando, a tendere, sistemi più flessibili e sicuri, in quanto testati ed implementati con un approccio multifunzionale maggiormente innovativo rispetto alle modalità di sviluppo tradizionali.
L’esigenza è infatti ottimizzare, tanto in ambienti on premise quanto in cloud, tempi di progettazione, development, testing e rilascio in produzione dei sistemi e rendere nel contempo più sinergici gli apporti dei team di sviluppo, operations e security, con prontezza di intervento in caso di incidente.
A tale esigenza risponde il paradigma DevOps, che impernia l’intero ciclo di vita degli asset informativi su un flusso informativo continuo in cui le fasi di progettazione, sviluppo, testing e rilascio sono efficacemente e più rapidamente eseguite nell’ambito della collaborazione interfunzionale ed integrazione sinergica tra developers e operations.
La filosofia di pensiero si è recentemente evoluta al fine di soddisfare l’esigenza sempre più avvertita di una maggiore sicurezza in ambito IT. È per questo che si è registrata la naturale evoluzione della corrente DevOps in DevSecOps che meglio consente l’integrazione, con approccio proattivo, della valutazione del rischio da parte degli specialisti della security, all’interno del processo DevOps, per promuovere la cultura della cosiddetta security as a code con triplice dichiarato obiettivo:
- velocità di rilascio del software per soddisfare le esigenze del time to market;
- creare un codice sicuro, attraverso test automatizzati che vengono eseguiti nell’intero ciclo di sviluppo;
- sfruttare maggiormente i servizi cloud.
di Davide Maniscalco e Roberto Reale