Europol contro il cybercrime. Si è svolta a Roma la Joint Cybercrime Action Task force (J-CAT). Al centro del dibattito le attività da mettere in campo nel corso del 2020, con il chiaro obiettivo di condurre azioni coordinate tra forze di polizia, con il supporto dell’intelligence, contro le minacce e gli obiettivi chiave della criminalità informatica, facilitando sia l’identificazione congiunta sia la preparazione e il regolare svolgimento delle indagini transnazionali da parte dei partner. Si è poi proceduto all’estensione della presidenza olandese del J-CAT e all’elezione della nuova vicepresidenza Svizzera che, nella posizione, va a sostituire l’americana FBI.
La Task Force rappresenta una importante e strategica iniziativa internazionale dell’organismo europeo di polizia, che si inquadra nella sempre più coordinata azione di contrasto alla criminalità informatica ed alle sue minacce più urgenti e pervasive. Lanciata nel 2014, al momento è costituita da 16 Stati membri dell’UE tra i quali Austria, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia, Regno Unito e Romania (quest’ultima ha aderito di recente). Ne fanno parte anche forze dell’ordine di paesi extra-UE tra i quali: Australia, Canada, Colombia, Norvegia, Svizzera e Stati Uniti.
Il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) di Europol è il nucleo operativo della Task Force all’interno del quale vengono gestite le informazioni e la loro condivisione, per la cooperazione tra i paesi aderenti.
Tra le principali operazioni condotte con successo dalla J-CAT nel corso del 2019 si annoverano:
- l’arresto di un individuo di 36 anni nel Regno Unito per il furto di circa 10 milioni di euro nella criptovaluta IOTA da oltre 85 vittime in tutto il mondo.
- l’arresto di cinque uomini e una donna nel Regno Unito e nei Paesi Bassi dopo un’indagine di 14 mesi su un furto di criptovaluta di 24 milioni di euro. Si ritiene che il furto, che ha preso di mira i wallet Bitcoin degli utenti, abbia colpito almeno 4 000 vittime in 12 paesi;
- Gli arresti in Spagna, Italia e Francia di persone che formano gruppi WhatsApp per creare e scambiare materiale per abusi sessuali su minori. Tale scambio comprendeva la creazione di adesivi “emoji” di abusi sessuali su minori e altro materiale estremo che furono successivamente ampiamente distribuiti.
- La distruzione di Imminent Monitor Remote Access Trojan (IM-RAT) che è stata in grado di fornire ai criminali informatici il controllo remoto completo del computer di una vittima . Questo strumento è stato utilizzato in 124 paesi e venduto a oltre 14 500 acquirenti. I mandati di ricerca sono stati eseguiti in Australia e Belgio contro lo sviluppatore e un dipendente di IM-RAT, e 13 degli utenti più prolifici di questo strumento sono stati arrestati.
Numerose nel corso del 2019 anche le campagne di divulgazione ed i webinar orientati ad accrescere il livello di “security awareness”, a cui hanno preso parte oltre 580 professionisti delle forze dell’ordine e della magistratura informatica, con presentazioni sugli strumenti Europol per il contrasto al crimine informatico e per il sostegno offerto dagli ufficiali di collegamento informatico J-CAT.