L’interconnessione sempre più diffusa e contestuale tra dispositivi anche eterogenei nell’era dell’internet of things rende la sicurezza un fattore chiave tanto per i devices quanto per i dati che vi transitano.
Nella società delle tecnologie e dell’informazione la sicurezza e l’IoT sono da ritenersi un binomio indissolubile, specie se le interconnessioni riguardano sistemi cosiddetti SCADA (supervisor computer acquisition data) maggiormente utilizzati per il controllo da remoto anche di infrastrutture “critiche”.
Ne consegue che tanto più i dati acquisiscono valore, tanto maggiore è il rischio di subire attacchi cibernetici (hacking) finalizzati al loro trafugamento (più frequentemente con codici malevoli ramsonware) o alla loro compromissione e/o manomissione.
La domotica nella sfera privata e l’applicazione della tecnologia IoT in ambito aziendale presentano rischi di sicurezza del tutto speculari.
In entrambi i casi l’exploitation delle vulnerabilità, in essa compresa soprattutto la scarsa consapevolezza dell’utente, costituiscono la maggiore area di rischio da sottoporre sollecitamente ad assessment e mitigazione.
In ambito aziendale, l’attenzione va rivolta soprattutto alla migliore integrazione tra i sistemi IT e le funzioni di business nell’ambito di un framework di security governance che individui chiaramente gli obiettivi da raggiungere e la soglia di rischio residuo che il senior management è disposto ad accettare.
Ed è proprio qui che la strada da fare è ancora tanta.
A tal proposito, la vera sfida è cambiare l’approccio e innovare il modello di business attraverso una maggiore attenzione ai livelli di interoperabilità con l’integrazione sinergica tra IoT e IA (intelligenza artificiale) piuttosto che il fog computing.
Non vi è dubbio tuttavia che se il nuovo approccio da un lato muterà gli equilibri dall’altro certamente determinerà il mutamento delle tipologie di attacco che, verosimilmente si sposteranno verso il vero e proprio sabotaggio del device o del sistema OT.
In questo scenario la cyber security non può che diventare una priorità assoluta per le aziende e per il loro capitale umano. Ancora oggi è purtroppo sotto gli occhi di tutta la shortage di talenti specializzati e lo skills gap rispetto ad altri paesi del mondo.
Eppure la società delle tecnologie si sta sempre più velocemente ed inesorabilmente spingendo verso la produzione di auto a guida autonoma, droni, e sistemi di intelligenza artificiale o di videosorveglianza dinamica.
Bisognerà allora acquisire rapidamente competenze e creare le condizioni per operare strategicamente sulla sicurezza e resilienza cibernetica a livello di rete, agendo in protezione sui livelli di visibilità, cifratura, autenticazione ed introducendo segmentazioni per meglio proteggere host critici e politiche di log in e privilegi diversificati.