La blockchain continua a rappresentare un tema sempre più polarizzante, candidandosi al ruolo di una delle più importanti rivoluzioni digitali dopo Internet. Già lo scorso 3 ottobre il Parlamento europeo, con una sua risoluzione, ha espressamente richiesto alla Commissione europea di istituire un tavolo di studio preordinato alla valutazione dei potenziali scenari di una più ampia diffusione delle reti pubbliche basate su tecnologie di registro decentralizzate e blockchain. Obiettivo dell’Europa è l’elaborazione di una strategia comune sulla blockchain che, per il nostro paese, affonda le sue radici nella dichiarazione di cooperazione dello scorso 27 settembre in relazione all’adesione dell’Italia alla “European blockchain partnership”.
La tecnologia della catena di blocchi, con il suo sistema di validazione e di registri distribuiti, può certamente rappresentare una importante e sicura opportunità innovativa in settori strategici per l’economia europea e per lo sviluppo di maggiore fiducia degli utenti nel mercato unico digitale, anche attraverso un approccio normativo condiviso.
La blockchain è parte di un sistema che fa riferimento ad a un registro distribuito e strutturato per consentire l’accesso di più nodi (utenti connessi) di una rete, che possono anche effettuarvi modifiche. Attraverso l’uso della tecnologia dei registri distribuiti ogni transazione, nonché i dati che la rappresentano, vengono validati da un meccanismo di firma a doppia chiave asimmetrica. Ciascun utente è abilitato all’accesso al sistema attraverso gli algoritmi crittografici di una chiave pubblica ed una privata, che vengono utilizzate per sottoscrivere le transazioni o per attivare gli smart contract o altri servizi collegati alla blockchain. In questo senso, la tecnologia blockchain tende al superamento di organismi certificatori centralizzati, assumendo funzionamento analogo a quello della firma digitale.
Il sistema di validazione della tecnologia si fonda piuttosto sul consenso distribuito su tutti i nodi della rete e sull’impostazione logica del registro digitale che governa la gestione delle transazioni all’interno di una catena di blocchi collegati da codici alfanumerici. La catena dei blocchi è in grado di registrare tutte le transazioni dei partecipanti alla rete blockchain, immagazzinandole e condividendole pubblicamente.
Insomma, la scalabilità e flessibilità della nuova tecnologia, unite alla versatilità di impiego, favoriscono la trasformazione e l’efficienza di settori economici strategici, facilitando altresì l’interoperabilità, i controlli e lo scambio di dati (gestione di documenti, registri, riscossione delle imposte, gestione di identità digitali, smart contract).
Riflettori puntati, soprattutto, sulla protezione del diritto d’autore, anche alla luce della nuova stringente riforma UE sul copyright, e sulla criptocurrency nel mondo finanziario. L’impiego della tecnologia Distributed Ledger riguarderà senz’altro strategicamente i servizi e la gestione del settore pubblico al fine di favorire l’attuazione dell’eGovernment.
Il nostro Paese punta strategicamente sullo sviluppo della tecnologica e sulla sua più ampia applicazione a tutti i settori ritenuti strategici per l’economia nazionale. Per esempio, nell’ambito della tutela del “made in Italy” è stato recentemente istituito, presso il ministero dello Sviluppo Economico, il Consiglio nazionale anticontraffazione (Cnac), un organismo interministeriale con funzioni di indirizzo, impulso e coordinamento strategico delle iniziative intraprese da ogni amministrazione in materia di lotta alla contraffazione, per migliorare l’azione di contrasto a livello nazionale. E proprio nella prima riunione del Consiglio, la blockchain è stata indicata come una tecnologia che può efficacemente contribuire alla sicurezza del dominio cibernetico.
Ulteriore conferma del ruolo strategico della nuova tecnologia arriva dal Governo che, nella legge di bilancio, ha stanziato un fondo da 50 milioni per le sperimentazioni su Intelligenza Artificiale e Blockchain al fine di centrare la quarta rivoluzione digitale. Il decreto semplificazione, inoltre, introduce nell’ordinamento giuridico italiano il valore legale della Blockchain e delle nuove tecnologie.
In buona sostanza, la blockchain sulla base dei principi fondanti di decentralizzazione, trasparenza, sicurezza ed immutabilità, diventerà sempre più l’accezione digitale del trust nell’era della rivoluzione digitale.