Se c’è una cosa che si sta preparando nel sottobosco delle Banche Centrali è la digitalizzazione delle valute nazionali. È infatti fin troppo evidente che le valute come bitcoin, nata nel 2008 come moneta complementare ed indipendente dai governi, hanno dalla loro parte il funzionamento senza frontiere, a costi bassissimi e con velocità ineguagliabili da parte del sistema bancario, costituendo un forte stimolo all’innovazione anche per le Banche Centrali. Ecco quindi che la Banca Centrale cinese, per stare al passo, è da tempo che sta lavorando ad un progetto per creare una propria “criptovalute di stato”, lo Yuan Digitale, spiazzando tutti gli altri paesi del mondo che sembrano sonnecchiare, Europa e Stati Uniti compresi. E per non farci mancare nulla, nel mese di aprile, nonostante il mondo sia funestato da tutte le problematiche dovute al coronavirus, la Banca Centrale di Pechino ha fatto circolare alcune immagini che dimostrano che la App per utilizzare lo Yuan digitale con lo smartphone è già in fase avanzata.
Il successo di Tether
Chi non segue il mondo delle criptovalute magari questa grande innovazione non la vede, ma basta analizzare il successo di Tether per capire la rivoluzione che sta arrivando. Tether è una criptovaluta agganciata, dal punto di vista informatico, a bitcoin. Ma a differenza di bitcoin, che ha un tasso di cambio con fluttuazioni molto violente, ha un valore stabile. È infatti una valuta digitale ancorata al dollaro, tanto da essere chiamata “Stablecoin”. In parole semplici si tratta di una rappresentazione digitale di dollari reali che sono depositati in una banca. Sono cioè “numeri virtuali” ma con copertura bancaria, perchè la società che li emette deposita un dollaro in banca ogni qualvolta un utente richieda o acquisti un Tether.
Ma i Tether hanno un altro elemento che li contraddistingue: non sono legati ad un conto corrente nominativo, ma hanno la stessa “filosofia” della criptovaluta bitcoin, cioè sono contanti elettronici, veloci e senza nessuna burocrazia. Tether, inoltre, eredita da bitcoin un’altra caratteristica, un’innovazione tecnologica che deriva dalla globalità di internet: quella di essere una valuta senza frontiere. Significa che si possono spostare indifferentemente uno o 100 milioni di “tether-dollari” da una parte all’altra del pianeta senza dover passare nessun controllo doganale o frontiera. Tutto nell’arco di pochissimi istanti. Un libretto al portatore con una potenza inimmaginabile, tanto che gli scambi hanno raggiunto e superato i 50 miliardi di dollari giornalieri, anche grazie agli operatori finanziari che li usano come valuta di appoggio per il trading sulle criptovalute. Numeri che iniziano ad essere imponenti. La capitalizzazione di mercato di Tether ad aprile 2020 ha superato i 6 miliardi di dollari.
Criptovalute di Stato
Tra i principali utenti di Tether ci sono molti cinesi, che la usano sia per il trading nei mercati “finanziari” delle criptovalute ma anche per il commercio più tradizionale. Il governo cinese deve essersi reso conto del fenomeno e soprattutto deve aver notato come questa tecnologia sia enormemente superiore rispetto al tradizionale sistema bancario, sia in termini di bassi costi sia in termini di elevata velocità. L’amministrazione di Pechino è infatti fortemente attenta a tutto quello che può espandere la propria economia ed è sempre pronta a fare i salti mortali per supportare le proprie aziende. Adottare per la Cina una “criptovaluta di Stato” prima di tutti gli altri, potrebbe essere una carta vincente per sottrarre al dollaro ampie fette di mercato e rafforzare la propria economia ed i propri commerci, nonché portare lo Yuan anche dove finora sarebbe stato impensabile.
Se questo passo sarà portato avanti con decisione, entro il 2021 si vedranno cambiamenti importanti nello scacchiere delle valute mondiali.
Link Utili
- Marco Dal Prà scrive articoli e tiene seminari online sulla tecnologia sottostante le criptovalute; informazioni si trovano in questo sito oppure lo si può contattare via mail.
- Per informazioni sulla criptovaluta cinese si rimanda a questo articolo di Cryptonomist.