La videoconferenza dei ministri della Difesa Ue è stata ‘bucata’. Se non fosse drammaticamente pericoloso si potrebbe perfino ridere su questa vicenda. Ma quanto accaduto ieri può essere solo definito preoccupante per la sicurezza cibernetica in generale. Durante la riunione, che si è svolta appunto in videoconferenza causa covid, un giovane si è seduto virtualmente al tavolo dei Ministri che erano riuniti per discutere di strategie militari dell’Unione europea. In particolare, anche se la riunione è stata poi definita informale proprio per i limiti alla sicurezza di cui pare si fosse già consapevoli prima dell’intrusione, includeva temi come la discussione di un documento classificato sulle minacce che l’Ue deve affrontare e che formerà la base per la prossima strategia di difesa della stessa Unione europea.
L’intruso alla videoconferenza dei ministri della Difesa Ue
“L’intruso”, così è stato definito il giovane in t-shirt nera, è apparso sugli schermi dei ministri della Difesa Ue all’improvviso, nel bel mezzo della riunione. Panico tra i presenti e anche qualche momento di ilarità, quando il nuovo e inaspettato ospite ha salutato tutti con la mano: “Ciao”. Si tratterebbe del giornalista Daniël Verlaan di RTL Nieuws, che avrebbe ottenuto i codici di accesso attraverso un tweet pubblicato dal ministro della Difesa olandese. RTL ha poi riferito che Verlaan è stato in grado di accedere alla riunione perché “l’account Twitter del ministro Ank Bijleveld conteneva una foto con l’indirizzo di accesso e parte del codice pin”. Da lì, dopo una serie di tentativi RTL Nieuws “è riuscita a indovinare il codice pin della consultazione segreta, perché cinque delle sei cifre del codice pin erano visibili nella foto”. (Clicca qui per vedere il video dell’intrusione ) La vicenda, dunque, ha dell’incredibile anche perché un portavoce del ministero della Difesa olandese ha ammesso l’errore che sarebbe stato commesso da un membro del personale che accidentalmente avrebbe twittato l’immagine che conteneva le informazioni sensibili. Ma allo stesso tempo, ciò che è riuscito a fare il giornalista olandese mostra la straordinaria vulnerabilità del sistema informatico europeo.
Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, pare non abbia gradito l’intrusione e secondo quanto riporta Ansa, funzionari del Consiglio hanno parlato di una “intrusione illegale che sarà riportata alle autorità competenti”. Le fonti hanno precisato che “siamo sempre stati consapevoli e abbiamo avvertito che le videoconferenze sono vulnerabili dal punto di vista della sicurezza e questo è uno dei motivi per cui le videoconferenze non sono riunioni formali del Consiglio e non è possibile discutere questioni riservate”.
In attesa che l’Unione europea sia in grado di difendersi dagli attacchi cibernetici, l’evento di ieri non ha certo contribuito a rafforzarne l’immagine in termini di sicurezza e affidabilità agli occhi di un soggetto pericoloso come la Cina, ad esempio, o degli stessi Stati Uniti che nell’Europa dovrebbero trovare un partner affidabile. Soprattutto se si pensa che l’autore dell’intrusione, il giornalista Daniel Verlaan, indaga proprio sul lato oscuro di Internet. Realizza storie su hacker, criminalità informatica e dark web. È anche l’autore di Do not Let Hack Create, una guida online gratuita per proteggersi dagli hacker.