Anonymous torna a colpire. Dopo l’hackeraggio agli Archivi di Stato, dall’account Twitter @LulzSec_ITA ieri è stata data evidenza delle violazioni dei database di Assistenza Clienti de Il Sole 24 Ore, Fieg.it (Federazione italiana editori giornali), libreriamilitare.com e magistraturademocratica.it, con conseguente violazione delle credenziali di accesso dei servizi attaccati.
Ci hanno visti pallidi e ci hanno consigliato di prendere il sole ventiquattrore, ma forse abbiamo frainteso.. @sole24ore #Just4Lulz #Hackedhttps://t.co/CSpFqRjAw1 pic.twitter.com/GgsNT73uLR
— LulzSecITA (@LulzSec_ITA) April 30, 2019
“Decidiamo di smaltire altra fuffa, cosi gli amministratori che non lavorano tutto l’anno, sanno già cosa fare domani”. Questo il tweet che invece fa riferimento al breach che sarebbe stato perpetrato in danno della piattaforma web di Magistratura Democratica.
Decidiamo di smaltire altra fuffa, così gli amministratori che non lavorano tutto l'anno, sanno già cosa fare domani! #Just4Lulz https://t.co/fQovW0KTvr #Hackedhttps://t.co/qQF5Xh4Xe5
— LulzSecITA (@LulzSec_ITA) April 30, 2019
Pubblicate in chiaro su privatebin.net anche nomi utente e password (anche decifrate) della piattaforma web di Fieg e quelle del sito libreriamilitare.com le cui credenziali violate vengono definite dagli hacktivisti come “facilmente decifrabili, in quanto banali!”.
Visto che con @sole24ore siamo in tema, pubblichiamo anche https://t.co/mzGlgcUFAm con qualche utente e password in chiaro https://t.co/U5MELQYNQ3 pic.twitter.com/HIvQOWN6a0
— LulzSecITA (@LulzSec_ITA) April 30, 2019
Sarcastico anche l’accenno degli hackers alla violazione della piattaforma web di assistenza clienti de Il Sole 24 ore: “Ci hanno visti pallidi e ci hanno consigliato di prendere il sole ventiquattrore, ma forse abbiamo frainteso”.
Ancora una volta fa notizia la scarsa awareness purtroppo associata all’uso di tecnologie obsolete e non aggiornate
Intollerabile che ancora oggi si rilevi la scarsa sensibilità verso l’uso di un sistema di autenticazione compliant agli standard di information security e di password forti. Fin troppo spesso, a qualsiasi livello, privato o aziendale piuttosto che nella Pubblica Amministrazione, si trascura l’importanza della formazione sulla sicurezza informatica. Accade infatti che anche in realtà più strutturate, pur in presenza di buone applicazioni, risultino carenti le progettazioni delle infrastrutture IT oppure si trascurino gli alert degli strumenti di difesa dei perimetri di rete (IPS/IDS).
Il livello di tecnologia disponibile è oggi molto avanzato e vi sono delle efficaci soluzioni di sistema di security incident event management ma, solo in sporadici casi, vengono effettuati investimenti in sicurezza. In altri casi, addirittura, laddove la tecnologia è presente, non sempre vi sono risorse umane capaci di sfruttarla in modo efficace. Accade sovente che, soprattutto nelle Pmi, vi siano sviluppatori carenti in programmazione sicura con la conseguenza che i software creati risultano vulnerabili. É fondamentale che si comprenda ad ogni livello che la sicurezza è un fatto di cultura e di civiltà.
L’identità digitale deve essere preservata e violazioni come quelle evidenziate continuano ad esporre le vittime degli attacchi le cui informazioni personali finiscono in chiaro nel web, alimentando altre potenziali attività criminose in rete.