Si è svolto ieri a Roma, presso la sede dell’I-Com – Istituto per la Competitività, autorevole think tank romano, l’interessante “power breakfast” sui temi del digitale organizzato dalla Rappresentanza per l’Italia della Commissione Europea con il supporto dell’Istituto ospitante e del suo Chairman, il professor Stefano da Empoli. La strategia europea sul digitale con tutte le sue declinazioni ed implicazioni ha costituito l’argomento “core” del tavolo di confronto a cui hanno partecipato chief executives di operatori di servizi essenziali e fornitori di servizi digitali, alla presenza del direttore generale della DG Connect della Commissione Europea, Roberto Viola, e del capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea Beatrice Covassi.
Presenti al tavolo di confronto Giuseppe Busia, Segretario generale Garante per la protezione dei dati personali Fabio Cairoli, Presidente e Amministratore delegato Lottomatica Riccardo Capecchi, Segretario generale Agcom Gianluigi Vittorio Castelli, presidente Ferrovie dello Stato, Luigi De Vecchis, presidente Huawei Italia Carlo Nardello, Chief Strategy, customer experience and transformation officer TIM, Paolo Pandozy, CEO Engineering Ingegneria Informatica, Elisabetta Ripa, Amministratore delegato OpenFiber Francesco Russo, Head of Regulatory Affairs and Relations with the Authorities Poste Italiane, Enrico Salvatori, Senior Vice President & President Qualcomm Emea, Antonio Sassano, presidente Fondazione Ugo Bordoni.
Al dibattito presenti anche a Daniela Battisti, Responsabile Relazioni Internazionali Team per la Trasformazione Digitale Caterina Bortolini, Head of International and European Institutional Affairs TIM, Giovanni DI Scipio, Responsabile Affari Istituzionali e Regolatori Acquirente Unico Andrea Falessi, Direttore Relazioni Esterne Open Fiber, Fabio Iaione, Country Manager Qualcomm Italy, Marco Scialdone, Professore di diritto dei contenuti e servizi online Università Europea di Roma, Pinar Serdengecti, Regulation and Competition Affairs Director Iliad, Michele Svidercoschi, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Almaviva, Orazio Viele, Research & Innovation Director Engineering Ingegneria Informatica, Bruno Zambardino, Responsabile Affari Ue Dg Cinema MiBAC.
In relazione alla domanda “esiste una via europea al digitale?” sono state esposte tutte le attività sinora messe in campo dall’Europa per uno sviluppo dell’economia digitale e “data driven”, soffermandosi sull’importanza dell’inscindibile binomio tra digitale e sviluppo sostenibile anche alla luce del rapporto del ministero dello Sviluppo Economico – punto di contatto nazionale per l’attuazione delle Linee Guida OCSE per le imprese multinazionali in materia di condotta d’impresa responsabile che ha lo scopo di favorire una fotografia del posizionamento delle imprese italiane, al fine di comprendere quali siano le scelte strategiche introdotte e le modalità gestionali e azioni innovative adottare nel perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Supercomputer ‘Leonardo’
Si è poi parlato della strategica realizzazione a Bologna del supercomputer “Leonardo” voluto dall’Unione Europea nell’ambito del progetto comunitario Euro Hpc (high performance computing). La macchina, che sarà in grado di compiere miliardi di operazioni al secondo, permetterà all’Ue di competere ad armi pari con Cina e Stati Uniti in settori strategici come la difesa, la ricerca, la medicina e i cambiamenti climatici e, al momento, è stata definita nell’ambito della strategia europea sui supercalcolatori, come la maggiore (al momento) potenza di calcolo al mondo.
Indice Desi
A proposito della via al digitale, si è anche parlato dell’indice DESI, che misura il progresso delle società ad economia digitale in Europa, evidenziando che, sebbene si tratti di un indice di riferimento, l’Europa sta lavorando su una modifica ed integrazione dei criteri statistici per l’elaborazione dell’indice, che, purtroppo, non tengono conto di alcuni dati qualitativi di rilevazione, al momento indisponibili. Si è poi evidenziata l’introduzione anche di un indice DESI internazionale che consente di valutare la crescita degli Stati membri rispetto agli altri paesi extra UE ad economia digitale, sottolineando, ancora una volta, l’importanza del multilateralismo per lo sviluppo del digitale come motore di sviluppo dell’economia e dell’intera società.
Alla domanda “l’Europa punta ad un modello di riferimento da esportare nel mondo?”, si è affermato che le energie profuse dall’Europa, tra potenza di calcolo, dimensione etica dell’Intelligenza artificiale antropocentrica ed economia digitale “data driven”, con limitazioni, centro di competenza sulla cybersecurity, consentono senza dubbio di qualificare come virtuoso il modello europeo.
A questo si è aggiunta anche l’importanza della programmazione europea 2021-2027 con particolare accenno alla misura “digital Europe” che metterà mille miliardi di euro a disposizione degli Stati membri per la ricerca e sviluppo sul digitale, la coesione e lo sviluppo dell’agricoltura smart e di precisione, nonché per colmare l’importante skill gap sul digitale con particolare riferimento alle competenze digitali sui pilastri dell’AI, della blockchain e della cybersecurity.
Dunque, modello virtuoso sì, ma per il futuro digitale occorre investire.
Per esempio nel sistema dei servizi sul digitale è stato evidenziato il triplo “will” europeo:
- sviluppo dell’intelligenza artificiale, soprattutto in ambito sanitario
- la sanità italiana rappresenta il 10% del PIL
- la sanità a livello europeo rappresenta il 7% del PIL
La crescita della digitalizzazione in tale settore favorisce inevitabilmente una crescita “reale” del PIL italiano ed europeo.
Nell’ambito del sistema dei trasporti è stata evidenziata l’aggiudicazione europea sulla realizzazione di investimenti in 6500 km di rete autostradale e, in particolare, del corridoio del Brennero ed ancora, l’infrastruttura autostradale 5G per la potenza di calcolo distribuita e per la realizzazione di infrastrutture intelligenti.
Focus anche sull’economia dei dati, e sull’importanza della condivisione dei dati, soprattutto nel settore automotive, evidenziando quanto siano determinanti, per lo sviluppo concreto dell’economia, l’interoperabilità e la multilateralità (soprattutto nel sistema dei trasporti).
In conclusione è stato evidenziato un tema che l’Europa ha particolarmente a cuore: creare le condizioni di eccellenza per accogliere la ricerca, attraverso investimenti concreti e di prospettiva in infrastrutture, tecnologie digitali e, soprattutto, in risorse (intese come capitale umano di eccellenza).
Anche l’Italia, in questa partita digitale, dovrà investire per essere competitiva, con un portafoglio di competenze digitali all’altezza di un Paese del G7.
I-Com si conferma un think tank di altissimo livello, presentandosi come importante laboratorio di riferimento per la ricerca e l’approfondimento di tematiche di rilievo strategico italiano ed europeo ed in questo, il professor Stefano da Empoli si pone come autorevole interlocutore e, nell’occasione, ottimo moderatore.