Dopo l’Europa, anche il Regno Unito apre alla Cina e alla tecnologia legata al 5G. A pochi giorni dalla dichiarazione del Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, sulla disponibilità dell’Europa ad accogliere nel mercato comune la tecnologia fornita da paesi estranei al blocco Ue, con particolare riguardo ai fornitori cinesi, arriva anche la presa di posizione del Governo britannico che, sostanzialmente, ricalca quella europea.
Nella sua dichiarazione ufficiale, il premier britannico Boris Johnson, al termine del consiglio di sicurezza nazionale, ha annunciato che per lo sviluppo della tecnologia abilitante di quinta generazione e del nuovo sistema di telecomunicazioni continuerà a servirsi di componenti tecnologiche fornite dal colosso cinese Huawei, salvo che per la fornitura di componenti ritenute “sensibili” per l’infrastruttura tecnologica e che rappresentino un potenziale rischio per la sicurezza nazionale e con ulteriori e prudenziali limitazioni tra le quali: un “cap” alle forniture sul 5G che potranno superare il 35% del complessivo progetto; un divieto per i fornitori cinesi di posizionarsi tecnologicamente vicino a basi militari o siti nucleari britannici.
Boris Johnson alla fine ha deciso di schierarsi contro il partito dei conservatori correndo anche il rischio di un raffreddamento della collaborazione di intelligence sharing con gli Stati Uniti. Una nuova “sberla” insomma per l’America di Trump dopo quella recentemente incassata dall’Europa. Non nasconde il suo disappunto proprio il tycoon che si dichiara deluso per la decisione dell’esecutivo UK evidenziando l’inaffidabilità del colosso cinese rispetto alle ragioni di sicurezza del paese.
Del resto, come più volte evidenziato dalla Casa Bianca, Huawei mantiene saldi collegamenti con l’Esercito popolare cinese di liberazione ed ha nebulosi coinvolgimenti tanto in vicende di spionaggio nella Repubblica Ceca, in Polonia e nei Paesi Bassi, quanto in presunti trafugamenti di proprietà intellettuale da concorrenti stranieri in Germania, Israele, Regno Unito e Stati Uniti ed è altresì accusato di corruzione in Algeria, Belgio e Sierra Leone. Inoltre, secondo fonti del Wall Street Journal, l’azienda di Shenzhen, che nega vigorosamente, avrebbe ricevuto ingenti benefici, tra sgravi fiscali e prestiti agevolati, dal governo cinese, e con oltre 75 miliardi di euro avrebbe acquisito una posizione dominante sul mercato.
Dal canto suo Huawei incassa l’ulteriore buona news dal governo UK e si dichiara “rassicurata” in ordine alla prosecuzione dell’attività di realizzazione della rete 5G nel Regno Unito.