La seconda ondata Covid non è come un terremoto che ti coglie all’improvviso. Doveva ancora finire la prima a marzo, devastante, che infettivologi e compagnia cantante avevano lanciato l’allarme: “Arriverà”.
L’autunno, le temperature più rigide, la concomitanza con l’influenza stagionale avrebbero potuto, con molta probabilità, far ripiombare il Paese nel caos coronavirus. La ripresa dell’attività scolastica in presenza, con il conseguente affollamento dei mezzi pubblici di trasporto, avrebbe fatto il resto. Anche se il ministro Lucia Azzolina nega stizzita ogni responsabilità della scuola legata all’aumento dei contagi. Fa labbrucce e questo le viene facile, un dono di madre natura. E dà i numeri. Come quasi tutti quelli al Governo, ormai.
Che poi molti, moltissimi di questi contagiati siano positivi asintomatici è un’altra storia che nessuno ci racconta. Ma i pronto soccorso si affollano. Gli ospedali temono il collasso.
E il commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, finalmente si sveglia. Mancano ancora i posti letto nelle terapie intensive. Quasi come mancavano a marzo. Forse capisce di averla fatta grossa. Si vede “tanato”. E punta il dito. Accusa le Regioni di non aver attivato i posti che erano stati fissati, con tanto di stanziamento nel decreto Rilancio di maggio. E dopo cinque mesi trascorsi a discutere del sesso degli angeli, alle soglie del coprifuoco, mentre gli italiani già sentono nell’aria l’odore acre di un nuovo lockdown e anche Babbo Natale è in forse, inizia il solito disgustoso scaricabarile all’italiana.
Prima del Covid le terapie intensive erano 5179, che per decreto avrebbero dovuto essere potenziate fino ad arrivare a 9463 posti letto. Ma ad oggi ne risultano attive solo 6628. Questi sono i dati forniti proprio dal commissario Arcuri nell’informativa dopo la conferenza Stato Regioni. Ed esorta proprio le Regioni ad attivare altri 1600 posti, evidenziando “che il tempo è una variabile fondamentale”.
Ma va? E se ne accorge ora? Dopo cinque mesi? Un fenomeno, veramente.
Deve essere per questo che il premier Conte lo ha fortemente voluto commissario all’Emergenza.
Buongiorno Arcuri, ben alzato.
Covid, Conte raccontacela giusta: troppi contagi o poche terapie intensive?