A grande richiesta Gino Strada in Calabria. È fatta. C’è da gestire l’emergenza Covid. C’è da mettere a posto la Sanità calabrese, che in emergenza a dire il vero ci sta da sempre. E arriva Emergency.
Perché ci sono le “infiltrazioni mafiose”. Ma va? E per combattere la ‘ndrangheta lo Stato, per voce di Nicola Morra, grillino, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha bisogno di Emergency.
Quando credevamo ormai di aver sentito tutto, arriva la bomba di Morra.
Lo Stato che abdica a una Ong. E al suo capo. L’ex avanguardista rosso folgorato sulla via dell’Afghanistan più che di Damasco.
Brigatisti che tengono lezioni nelle università li avevamo già visti.
Ci mancavano i compagni del servizio d’ordine “Lenin” chiamati a salvare quel che resta della Sanità in Calabria.
E dettano pure le condizioni. Non trattabili.
“Niente tandem con Gaudio”, ha risposto piccato Gino Strada alla prospettiva di collaborazione con il commissario durato neanche 24 ore. E chissà se il povero Eugenio Gaudio, ex rettore della Sapienza, abbia declinato l’offerta per non beccar legnate dalla consorte, come ufficialmente ha detto, o perché l’idea di lavorare con il fondatore di Emergency non era proprio cosa
Non lo sapremo mai.
Per ora sappiamo che Katanga, questo pare fosse il nomignolo di Strada negli anni settanta, che ha assai poco di vezzoso, ha accettato l’offerta.
Quindi “habemus commissario”? Niente affatto. Ancora una fumata nera. Solo una collaborazione.
E in queste ore a palazzo Chigi si fa il nome di Federico Maurizio D’Andrea, manager calabrese trapiantato a Milano, due lauree, enfant prodige della finanza, ex presidente di Sogei. Ma stavolta Conte e i suoi gli faranno fare giurin giurello prima di presentarlo al Paese come erede di Cotticelli, Zuccatelli e Gaudio. Dopo le figure barbine fatte prima con l’impresentabile Zuccatelli e poi con il fuggiasco Gaudio c’è da scommetterci.
Comunque Strada andrà in Calabria ad allestire ospedali da campo. Chissà se per montarli userà la stessa chiave inglese da 24 che gli attivisti di Avanguardia operaia portavano sotto l’eschimo negli anni di piombo per sprangare i fascisti.
Ospedali da campo, dicevamo.
Peccato che laggiù ce ne siano già diciotto di ospedali in muratura chiusi che potrebbero essere riaperti, altro che tendopoli afghane.
Diciotto ospedali chiusi dopo vent’anni di commissariamento della Sanità calabrese.
E chi sono questi fenomeni che si sono avvicendati nel tempo sulla poltrona di commissario? Ancora a piede libero?
Ma ora ci penserà il fondatore di Emergency. Eletto a salvatore della Patria e spedito con orgoglio dai compagni, più quelli gialli che quelli rossi a dire il vero, in una regione guidata dal centrodestra, dal vice presidente Nino Spirlí, che ha preso il posto, fino a nuove elezioni, della presidente Jole Santelli, dopo la sua prematura scomparsa.
Governatore che si oppone, e come dargli torto visti i risultati, all’insediamento di un altro commissario e chiede che la Sanità passi nuovamente nelle mani della Regione.
Lo ascolteranno?
In ogni caso ci sarà Gino Strada, il compagno picchiatore, per gli amici Katanga, mandato in Calabria da un governo abusivo con la benedizione degli scappati di casa, i Cinquestelle, e pure delle Sardine a mettere ordine in una regione che alle elezioni ha virato con convinzione a destra.
Una decisione che ha il sapore della vendetta. Sui calabresi, così imparano a votare la prossima volta. Ma queste sono cattiverie.
E l’opposizione che fa? Balbetta richieste di dimissioni e promette barricate. E rischia sonnecchiando di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. O meglio quando gli amici dei compagni sono già arrivati.
Perché Gino Strada è già sul campo. E così facciamo contente le Sardine e pure chi c’è dietro a questi scanzonati pesciolini che ogni tanto ricicciano.
Facciamo contenti i compagni di Katanga.
E applausi arrivano pure dal professor Galli all'”amico Strada”. “Eravamo compagni di università, lo stimo molto”, fa sapere il direttore delle Malattie Infettive del Sacco di Milano. Chissà perché non ne avevamo alcun dubbio.
*Foto in evidenza profilo Facebook Gino Strada