Ansia e stress da quarantena. Sono questi i principali disturbi, accompagnati da depressione e insonnia, che accusano gli italiani costretti al confinamene domestico a causa del covid-19. Dall’inizio dello scorso mese di marzo, il governo ha varato una serie di provvedimenti intentati per contrastare la diffusione del coronavirus in Italia. Una delle misure più restrittive, imposta su tutto il territorio nazionale, è quella relativa agli spostamenti delle persone, ovvero, senza una valida ragione, giustificata da motivi di lavoro o per ragioni di salute o altre necessità, è richiesto e necessario restare a casa. È la prima volta, nella storia della Repubblica, che viene adottata una misura di tale entità. E le conseguenze, nell’immediato futuro e non solo, saranno enormi sull’economia del Paese, ma anche sulla vita sociale degli italiani.
Lo studio sugli effetti della quarantena
Le Università degli Studi dell’Aquila, di Roma Tor Vergata ed il progetto Territori Aperti (Centro di documentazione, formazione e ricerca per la ricostruzione e la ripresa dei territori colpiti da calamità), hanno condotto un primo studio sugli effetti psicologico della quarantena su un campione di 18 mila persone, di cui il 79,6% donne, sul territorio nazionale. I primi risultati dello studio, partito con un questionario online diffuso fra il 27 marzo e il 6 aprile, sono stati pubblicati sulla rivista MedArXive e mostrano come sia le misure restrittive sia la pandemia stanno avendo un impatto significativo sui livelli di depressione, ansia, insonnia e sintomi da stress. Il 37% (6.604) degli intervistati avverte i sintomi del disturbo da stress post-traumatico, il 22,9% (4.092) manifesta un disturbo dell’adattamento, il 21,8% (3.895) accusa uno stress percepito elevato, il 20,8% (3.700) lamenta ansia, il 17,3% (3.084) depressione e il 7,3% (1.301) insonnia. Queste manifestazioni di malessere psicologico sono più diffuse fra le donne, in particolare fra quelle più giovani. Secondo i ricercatori l’aver riscontrato “alti tassi di effetti negativi” merita “un ulteriore monitoraggio della salute mentale della popolazione italiana” nelle prossime settimane.
Il parere degli esperti sugli impatti psicologici del semi-isolamento sulle popolazioni colpite dal coronavirus
“L’impatto più grosso è che ci viene chiesto un radicale cambiamento dello stile di vita quotidiano, dove ci viene richiesto paradossalmente non di fare più cose, come la società moderna ci ha abituati a fare, generando il cosiddetto ‘stress per le tante cose da fare’, ma di non fare, di ‘restare a casa’ – ha spiegato a Pagella Politica Gianluca Castelnuovo, professore ordinario di Psicologia clinica all’Università Cattolica di Milano – In questo contesto di incertezza e di preoccupazione, la paura può essere funzionale, perché si può trasformare in attivazione e maggiore attenzione, per esempio per rispettare i protocolli di igiene, come lavarsi le mani e indossare i dispositivi di protezione individuale”, ha chiarito Castelnuovo. “I problemi possono però verificarsi in quelle persone che hanno maggiori difficoltà a gestire l’ansia, in cui questo stato può diventare disfunzionale”.
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