“La sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini”. Così Leonardo Sciascia spiegava la doppiezza del volto dell’autorità nel suo ultimo libro “Il cavaliere e la morte”. Non poteva immaginare che un giorno la sua opera non sarebbe stata considerata al pari degli autori del Centro o del Nord Italia. Nel 2010 diversi scrittori meridionali del calibro di Salvatore Quasimodo (nobel per la poesia nel 1959), Elio Vittorini, Matilde Serao, e dello stesso autore de “Il giorno della civetta” sono stati esclusi dalle indicazioni ministeriali fornite dal Miur per la programmazione didattica nei licei. A oggi la lacuna non è stata colmata nonostante varie richieste e promesse.
Il regolamento stilato in collaborazione con Indire dal Ministero, allora guidato da Mariastella Gelmini, vedeva tra ben 17 autori solamente uno del Sud nell’ambito del Novecento. Dentro Pirandello e Verga, perché accorpati all’Ottocento. Fuori oltre a quelli citati anche Bufalino e Ortese.
La denuncia è arrivata più di un anno fa dai deputati del Movimento Cinque Stelle che nel febbraio 2015 erano riusciti a far approvare in commissione Cultura una risoluzione, a prima firma Maria Marzana (M5S), per reintrodurre gli autori esclusi dal Miur. Lo scorso mese un’interrogazione parlamentare del gruppo alla Camera del Movimento aveva chiesto delucidazioni al dicastero in merito allo stato delle cose. Da viale Trastevere è stato reso noto che la fase di monitoraggio da parte della direzione generale e dei comitati scientifici per la verifica delle indicazioni nazionali non si è ancora conclusa.
“Il danno viene perpetrato perché le stesse indicazioni emanate al tempo della Gelmini prevedevano una revisione dopo 5 anni. Nel 2015 dovevano essere già oggetto di revisione tenendo conto anche dell’indirizzo dato dal Parlamento tramite la nostra risoluzione”. Questa revisione non è avvenuta né tanto meno, denuncia la deputata, sono stati specificati i tempi dell’iter burocratico e se verrà tenuto conto dell’indirizzo dato dalla Commissione.
Il ministro Stefania Giannini è stata interpellata in altre sedi sul caso degli “autori scomparsi”, anche sulla scia della crescente attenzione di comitati territoriali e di centri per la letteratura e la poesia meridionale nati in seguito alla decisione. L’attuale ministro avrebbe assicurato, secondo quanto riferito dai Cinque Stelle, che bisognava intervenire per il ripristino di un panorama letterario completo. “Le indicazioni nazionali hanno un carattere orientativo e non dettano alcun modello tassonomico prestabilito, né tanto meno vogliono prediligere un autore ad un altro”, rispondono ad Ofcs Report via mail dal ministero dell’Istruzione. Gli istituti sono liberi in buona sostanza, fanno sapere i dirigenti, di integrare percorsi che possano arricchire i programmi didattici in piena autonomia.
Rispetto ai ritardi del tavolo tecnico di valutazione, da viale Trastevere rivelano che è in dirittura d’arrivo la fase di monitoraggio e di valutazione dei nuovi percorsi per un “eventuale aggiornamento dei profili in uscita e delle indicazioni nazionali/linee guida e quindi il Parlamento ne sarà informato”.
In attesa che venga comunicato l’esito di queste valutazioni, occorre sottolineare come le indicazioni ministeriali rimangano un punto di riferimento non solo per l’orientamento dei docenti per i programmi di studio, ma anche per gli stessi editori nello stampare i libri di testo. “Le cose che non si sanno, non sono”, diceva Don Gaetano in Todo Modo.