Reperti archeologici rubati e venduti online. Il caso del ritrovamento di una testa di marmo dell’imperatrice romana Giulia Domna, rubata quattro anni fa dall’area monumentale di Villa Adriana a Tivoli e proposta alla vendita ad un’importante casa d’aste ad Amsterdam, mette in luce l’enorme mercato illegale e traffico internazionale di reperti ed opere d’arte. Dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale è stato diffuso un vademecum su come comportarsi in questi casi, ma sono migliaia i reperti sottratti da musei e siti culturali e che non vengono più ritrovati. Nel caso della scultura romana è stata invece significativa la collaborazione internazionale tra le autorità competenti e una nota casa d’asta inglese con sede nella città olandese. Tuttavia non mancano le problematiche per i tempi e modalità di rimpatrio di reperti, quando si riesce a sottrarli alla criminalità, spesso però bloccate da farraginose rogatorie internazionali, mentre sono in aumento le vendite online che sfuggono totalmente al controllo. Un caso che Ofc.Report evidenziò lo scorso mese con un’inchiesta che dimostra la vasta rete illegale di smercio di reperti archeologici provenienti dai Paesi Arabi e che ha ramificazioni nel cuore dell’Europa.
Intanto, come spiegato dalla Sezione Archeologia del Reparto Operativo della Tutela Patrimonio culturale di Roma, la scultura, rimpatriata in Italia, sarà posta in custodia giudiziale a disposizione della Procura della Repubblica di Roma e, concluse le relative procedure, sarà restituita a Villa Adriana ove potrà tornare alla pubblica fruizione dei visitatori dell’importantissimo sito archeologico. L’individuazione dell’opera d’arte, resa possibile anche grazie alla fattiva collaborazione dei responsabili della casa d’aste con cui il Comando intrattiene consolidati e proficui rapporti, ha permesso la prosecuzione delle indagini, condotte congiuntamente con la polizia olandese, che hanno consentito di giungere all’identificazione della coppia di cittadini olandesi che detenevano illecitamente il bene. La donna era stata invitata dalla casa d’asta a presentare la scultura a presunti collezionisti privati. Un affare che la donna, accompagnata da un uomo, non voleva farsi sfuggire, ma al momento dell’incontro è stata arrestata. Le Autorità dei Paesi Bassi, a cui sono state fornite le prove del furto, hanno proceduto al sequestro e alla restituzione del bene senza che fosse necessario intraprendere un’azione rogatoriale internazionale. Il ritratto marmoreo della moglie di Settimio Severo è stato riconsegnato negli uffici della Procura di Amsterdam ai carabinieri.
Dal sito dell’arma è possibile consultare l’enorme banca dati dei beni sottratti. Istituita negli anni ’80 è oggi supportata da una piattaforma online dotata di una sofisticata tecnologia informatica, diventata uno strumento di avanguardia per l’elaborazione e l’analisi dei fenomeni criminali concernenti i beni culturali, in grado di indirizzare l’attività preventiva e investigativa dei vari reparti. A questo link http://tpcweb.carabinieri.it/SitoPubblico/search è possibile consultare l’elenco dei beni trafugati e non mancano quelli sottratti recentemente in Iraq e Libia. Non solo reperti archeologici ma anche dipinti, sculture e opere pregevoli rubate in chiese, palazzi e musei. Il Comando Tutela Patrimonio è intervenuto in una task force organizzata dal Mibact anche nelle recenti operazioni di messa in sicurezza e salvataggio delle opere che erano conservate in chiese e siti culturali del centro Italia coinvolto nella vasta scia di scosse di terremoto e che tanti danni ha provocato. In questo caso si è trattato di un’azione preventiva per evitare sciacallaggio e furti, assai frequenti in caso di emergenze ambientali .