Proprio questa primavera Siteb denunciava come si fossero utilizzato nel 2017 22 milioni di tonnellate di conglomerati bitumosi (asfalto) pari alla metà esatto di quanto utilizzato nel 2006. Quindi se vi rompete la schiena in una buca di Roma o della E 42 o di Reggio Emilia sappiate che non è un fatto casuale.
Di chi è la colpa di questi tagli:
- dei vari vincoli di bilancio, leggi si stabilità, etc che hanno strozzato le amministrazioni locali, a partire dalle regioni sino a giungere i piccoli comuni, responsabili delle manutenzioni di gran parte del patrimonio pubblico italiano;
- del codice degli appalti.
Ora se il primo problema può essere superato con la combinazione di vari strumenti che vanno da una nuova base di trattativa europea che scorpori gli investimenti, ad una spending review che trasferisca i fondi, alla contabilizzazione dei moltiplicatori, ad una diversa definizione degli oneri di urbanizzazione comunale, il secondo tema è molto più spinoso. Il rischio è quello di avere i soldi a bilancio, denari che provengono alle tasse, quindi dal sangue e dal sudore degli italiani, e non poterne fare niente perchè non si è in grado di concludere gli appalti.