Si rischia lo stop per il progetto “Grande Brera”. Trenta milioni di euro già investiti dal Cipe e un accordo che stenta a concludersi tra Accademia, Pinacoteca, Ministeri competenti ed enti coinvolti. È stata la protesta degli studenti, che alcuni giorni fa hanno inscenato un flash mob contro la scelta di trasferire le aule didattiche nella Caserma XXIV Maggio, a determinare l’ennesimo stop ad un progetto che va avanti dal 2008.
Livia Pomodoro, neo presidente dell’Accademia, già presidente del Tribunale di Milano e figlia del noto artista, si è detta vicina agli studenti: “Prendo ufficialmente l’impegno davanti agli studenti dell’Accademia: nessuno si sposterà da Brera. Io sono contraria al trasloco delle nostre aule nella caserma XXIV Maggio. Peraltro la nuova convenzione (tra i vari Ministeri, Pinacoteca e Accademia) non è ancora stata firmata. Ragioneremo nell’ottica di lasciare nella sede storica le scuole e la didattica, trovando una soluzione per gli allievi che stanno in viale Marche (a cui Città metropolitana chiede di spostarsi, ndr)”. Livia Pomodoro, in un suo comunicato, ha rimesso in discussione il progetto Grande Brera per come era stato concepito fin qui. E pensare che nel giorno della protesta era stata organizzata l’inaugurazione della nuova gipsoteca ricavata nei sotterranei dopo due anni di lavori e che ospitano 43 gessi per sottrarli al degrado nei corridoi, coperti di polvere e guano, e di molti altri abbandonati in spazi di fortuna, come ha ricordato il presidente uscente Marco Galatieri di Genola e il direttore Franco Marrocco.
Il progetto Grande Brera, ereditato dal governo da precedenti gestioni e con un finanziamento già stanziato dal Cipe per circa trenta milioni di euro, è dunque al palo. Il protocollo di intesa è scaduto l’anno scorso e doveva essere rinnovato il 13 ottobre e non è ancora chiaro quando sarà rinnovato. Tra le posizioni ostative, non certo e solo la protesta degli studenti, ma il ripensamento, confermato dal ministero della Difesa, di destinare a campus dell’Accademia non la già designata Caserma Mascheroni ma la XXIV Maggio. Una scelta che comporta però notevoli difficoltà, considerato che la XXIV Maggio non è libera, seppur più spaziosa con un’area disponibile di circa 13mila metri quadri. In quella caserma vi sono ancora militari che prestano servizio e sarebbero necessari mesi per spostare pure un enorme archivio di cui è dotata la struttura dell’Esercito. Di certo, al momento, ci sono i fondi: 30 milioni stanziati dal Cipe per gli interventi sul comprensorio militare e altri 10 per i cantieri a Brera e Palazzo Citterio, che sarà a disposizione della Pinacoteca nel 2017. E’ un Accademia che ospita 400 docenti e 4 mila studenti (più di un terzo stranieri) e che necessita di spazi adeguati. Ma su tutto l’Accademia non vuole perdere le aule storiche nel cuore di Milano, che però servono alla Pinacoteca che intende estendere l’area espositiva e garantire servizi moderni.
Un ingorgo istituzionale e di competenze che rischia di mettere in crisi il progetto vincitore costato milioni di euro e che prevede il recupero del Palazzo Brera, ma anche del Palazzo Citterio e come indicato nel sito anche delle caserme Magenta e Carroccio. Il sito internet del progetto vinto dal professor Amerigo Restucci, ed attuato dall’azienda aggiudicatrice Research Consorzio Stabile scarl, è fermo all’ultimo comunicato del 30 giugno 2015.